Gare e appalti regolari, giornata di studio a Villa Umbra
PERUGIA – Sviluppare investimenti pubblici sul territorio superando le carenze tecniche degli Enti locali. Rafforzare la capacità degli uffici pubblici di progettare, gestire e controllare gli appalti prevenendo illegittimità amministrative ed illeciti penali.
Risponde a questi obiettivi il seminario “L’attività contrattuale della Pubblica Amministrazione tra legittimità amministrativa ed illecito penale” organizzato stamani, 8 maggio, a Villa Umbra ed accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Perugia.
I lavori sono stati aperti da Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Naticchioni ha ricordato l’impegno della Scuola “nel sostenere tramite numerose iniziative formative l’azione degli Enti pubblici” ed ha citato il rapporto dell’Ufficio valutazione impatto del Senato, in corso di pubblicazione, che evidenzierebbe “carenze amministrative e scarsa chiarezza delle regole, tanto da favorire contenziosi ed irregolarità”.
Il seminario ha messo a confronto due autorevoli relatori, il Dottor Oberdan Forlenza, Consigliere di Stato, intervenuto su “L’illegittimità amministrativa distinta dall’illecito penale”, ed il Professor Vico Valentini, Associato di Diritto Penale, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, intervenuto su “Amministrazione contraente e rischio penale”.
“Il seminario organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e rivolto ai funzionari della Pubblica Amministrazione – ha affermato il Consigliere Forlenza – rappresenta una preziosa occasione per riflettere insieme ai dipendenti pubblici sulla prevenzione dell’illegittimità amministrativa e dell’illecito penale, distinguendo correttamente l’illegittimità amministrativa dall’illecito penale. Tale prevenzione passa attraverso la costruzione di una organizzazione amministrativa ordinaria solida, efficiente e professionalmente adeguata”.
Il seminario, partendo dalla centralità del settore degli appalti pubblici, ha passato in rassegna l’attività di contrattazione pubblicistica con riferimento alla disciplina penale e alle interpretazioni rese dal Consiglio di Stato alla luce del Codice degli appalti approvato con Decreto Legislativo numero 50 del 2016 e dei successivi correttivi, nonché delle linee guida Anac.
“L’attività amministrativa, specie quella contrattuale – ha dichiarato il Professor Valentini - è un’attività da sempre connotata da un altissimo rischio penale sia grazie alla presenza di strumenti legislativi forse poco selettivi, ma soprattutto grazie ad un attivismo giurisprudenziale, quindi interpretativo, molto accentuato. Assistiamo, oggi, ad una serie di processi di accertamenti che molto spesso si risolvono in un nulla di fatto e che talvolta sono connotati da letture eticizzanti che mimano molto l’approccio dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, la quale persegue un progetto di etica pubblica diverso dall’accertamento dell’illecito penale. Il funzionario pubblico ha una comprensibile paura di firmare, perché se firma rischia l’illecito penale, se non firma rischia l’omissione degli atti d’ufficio. Si assisteste sempre più ad una convergenza tra procedimento penale e regolamentazione etica, targata Anac. Due ambiti che, a mio parere, dovrebbero restare distinti”.
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