Si è svolto, al circolo dei dipendenti, l'incontro tra la rsu della Nestlé Perugina e una delegazione di Sinistra Italiana capeggiata dal Segretario Nazionale Nicola Fratoianni. Presenti anche Elisabetta Piccolotti, coordinatrice regionale, Fabio Barcaioli del coordinamento provinciale ed alcuni esponenti del circolo cittadino come Antonietta Alonge e Peppe Mattioli.
L'incontro è stato importante e fa seguito all'impegno di Sinistra Italiana a sostegno dei lavoratori e della lavoratrici dello stabilimento Nestlé di San Sisto, impegnati nella delicata vertenza contro gli esuberi annunciati dalla grande multinazionale. Prima di tutto è emersa la necessità condivisa di far crescere l'attenzione dei media e delle istituzioni, a livello nazionale ed umbro, su questa vicenda, che come tante altre in Italia purtroppo, vede una fuga della multinazionale dalla propria responsabilità sociale, sia nei confronti di chi rischia di perdere il lavoro sia verso il territorio che ospita lo stabilimento.
"Abbiamo già depositato un'interrogazione qualche settimana fa, ma non abbiamo intenzione di fermarci qui." sono le parole di Nicola Fratoianni all'uscita dall'incontro. "E' importante che i ministri competenti - da quello allo Sviluppo Economico Calenda fino al Ministro del lavoro Poletti - capiscano che non è tollerabile che un'azienda come la Nestlé disconosca un accordo firmato solo un anno fa. Le grandi multinazionali non possono fare e disfare a loro piacimento mettendo a rischio l'economia dei territori e la dignità di centinaia di persone". A tal proposito all'incontro con le rsu si è discusso delle proposte e delle richieste da mettere sul piatto per obbligare la multinazionale a recedere da quanto annunciato: investimenti in infrastrutture, ammortizzatori sociali in deroga, erogazione vincolata al mantenimento dei livelli occupazionale dei fondi di industria 4.0. Sinistra Italiana chiede quindi al governo nazionale di convocare al più presto il tavolo al Mise per discutere della vertenza e di fare proposte precise al tavolo, a cominciare dal potenziamento degli strumenti del tutto insufficienti previsti dal JobAct.
"Noi diciamo al Governo Gentiloni e al Partito Democratico - ha continuato Fratoianni - che così non ci può andare avanti: l'Italia non ha un politica industriale e gli effetti si vedono anche sul settore dell'alimentare, l'Umbria da questo punto di vista è un caso eclatante. Non possiamo finanziare con fondi pubblici i progetti innovativi di chi nel frattempo dichiara centinaia di esuberi. Questo deve essere chiaro nella discussione su industria 4.0. A questo si aggiunga il disastro prodotto dal Jobact, e la totale assenza di norme che penalizzino quello multinazionali che ristrutturano la propria filiera produttiva preoccupandosi ispirandosi solo alla logica del massimo del profitto possibile e senza curarsi di accrescere l'occupazione e la sua qualità. Per quanto ci riguarda proponiamo che venga presa in considerazione l'idea di impedire che le società per azioni che licenziano per motivi economici possano redistribuire utili agli azionisti e contemporaneamente di attuare un serio piano per la redistribuzione del lavoro che c'è. E' necessario ridurre l'orario di lavoro a parità di salario e favorire per questa via l'ingresso nel mercato del lavoro di forze giovani che altrimenti verranno escluse a causa dei potenti processi di automazione in corso."
Un'impegno a tutto campo quello di Sinistra Italiana, che continuerà a seguire la trattativa e a fare pressione con tutti gli strumenti a disposizione, fino a quando non verrà raggiunto l'obiettivo di riaprire un percorso che possa tutelare i livello occupazionali attuali e dare una prospettiva ampia allo stabilimento. Perugia non ha bisogno di una Perugina sempre più piccola, questo deve essere chiaro.

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