Dopo l'indagine Mediacom043 e l'intervista Tv al sindaco di Assisi, sulla questione della frana di Torgiovannetto, a Mediacom043 è pervenuta la replica a quando detto in tv dal primo cittadino da parte di Sergio la Monica, Direttore Tecnico incaricato dall'impresa che ha vinto l'appalto dei lavori. Ci sembra corretto, nel solco di un'informazione che offre tutti i punti di vista, mettere a vostra disposizione tale replica su un tema così importante, che è interessante leggere perché arriva da chi ha seguito i lavori fin dall’inizio. La replica del Direttore Tecnico è in allegato. Per completezza d'informazione reinviamo anche il link dell'intervista Tv realizzata da Giuseppe Castellini al sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Il link è https://youtu.be/DleyodMgGeAOppure, basta andare sul canale you tube di Nuovo Corriere Nazionale Tv, poi cliccare sul logo NCNTv.

 

 Osservazioni su intervista Sindaco di Assisi

 

Gentile Giuseppe Castellini, Direttore di Mediacom043,

sono Sergio la Monica, Direttore Tecnico incaricato dall’impresa Graziano Belogi srl di Senigallia (AN), appaltatrice dei lavori relativi alla frana di Torgiovannetto.

Forse è bene precisare che il solo ruolo di Direttore Tecnico incaricato dall’impresa è insufficiente per descrivere il mio personale intervento all’interno di questo appalto assunto che il sottoscritto è colui che ha deciso, amministrato e coordinato tutte le attività tecniche, amministrative e legali sin dai tempi dalla preparazione della gara d’appalto, così per tutto il corso dei lavori fino alla sua sospensione definitiva, e oltre, fino alla gestione del feroce contenzioso legale avvenuto tra impresa e stazione appaltante durante gli anni di sospensione dei lavori, quindi da marzo 2015 a oggi.

Pertanto sono l’unico soggetto titolato a esprimersi compiutamente, per competenza tecnica e per conoscenza dei fatti, relativamente a tutte le attività svolte in questo appalto.  

Ora, ho avuto modo di seguire la trasmissione del 10/03/2020 prodotta dal Nuovo Corriere Nazionale TV, che ha visto protagonista il Sindaco di Assisi Stefania Proietti e che ho ascoltato con molta attenzione dato che l’argomento mi appartiene e mi coinvolge.

Ebbene mi corre l’obbligo di contestare quasi tutto se non tutto quanto dichiarato dal Sindaco nel corso dell’intervista.

La narrazione così come prodotta risulta essere come minimo il frutto di una cattiva informazione e di mal consiglio da parte dei suoi “tecnici” se non addirittura un tentativo, diciamo una fantasiosa strategia di uscita da una incresciosa situazione, che lei per prima avrebbe dovuto denunciare già 4 anni or sono in occasione della sua prima visita in cantiere, e che evidentemente oggi non sa più come gestire dato che anche lei ha contribuito a creare.

Ebbene, senza voler scendere nei particolari afferenti la discutibilissima esperienza e/o competenza “da vendere” (relativamente a lavori specialistici di alta montagna, di mitigazione dei dissesti idrogeologici, di gestione delle cave dismesse e della gestione delle terre e rocce da scavo di cui si compone questo specifico appalto) dimostrata da qualche suo tecnico e da qualche professionista esterno incaricati di cui si è tanto vantata il Sindaco ma che, alla fine della fiera, sono stati i veri responsabili del disastro tecnico, amministrativo e legale in corso, frutto della più totale incompetenza in materia, vanno necessariamente puntualizzati i fondamentali seguenti aspetti dell’intervista che sono stati in parte omessi e in parte travisati.

COSA NON E’ VERO DI QUANTO DETTO

 

1. Non è vero che negli ultimi 3 anni e mezzo, cioè dalla effettiva sospensione dei lavori, sono stati monitorati gli eventuali movimenti della frana assunto che la strumentazione di monitoraggio posta al di sopra e all’interno del cuneo in frana è stata smontata, peraltro su indicazioni della stazione appaltante, già nel 2016 a seguito delle prime operazioni di scavo e pertanto non si capisce con quali strumentazioni scientifiche possano asserire di aver “tenuto sotto controllo” l’eventuale movimento franoso.

2. Non è vero che il terremoto ha influito sull’assestamento della frana. Il magnitudo 6.5 al quale si riferisce è avvenuto a più di cento kilometri di distanza ed è stato del tutto ininfluente ai fini del movimento franoso, semmai è stato utile come scusa per fermare i lavori viste le insistenti e oggettive contestazioni mosse a quel tempo dall’impresa relativamente alla scarsa qualità del materiale di scavo che non rispecchiava le caratteristiche contrattuali e di appalto.

3. Non è vero che la frana si è assestata. Non vi è alcuna evidenza scientifica in merito. Al contrario potrebbe succedere che le grandi cavità riscontrate all’interno del cuneo in frana, che si sono evidenziate in occasione dei sondaggi eseguiti nel 2017 per dirimere il contenzioso tra impresa e stazione appaltante, saranno riempite, con l’azione del tempo, dal materiale scavato e rimosso per la realizzazione delle prime 5 banche che, non essendo stato portato a discarica come rifiuto (perché quello è), è stato calato in basso verso la profonda spaccatura principale. Pertanto il riempimento di tali cavità contribuirà senz’altro a generare una spinta ulteriore che rischia semmai di innescare essa stessa l’intero movimento franoso. 
4. Non è vero che il lungo periodo di fermo lavori “per gli accertamenti del caso” a cui si    riferisce il Sindaco sono trascorsi in “ accordo programmatico” tra impresa e Stazione Appaltante come lei ha voluto fare intendere, assunto che l’impresa ha formalmente chiesto lo scioglimento del contratto in danno all’amministrazione (con una richiesta danni per oltre 2 milioni di euro) secondo art. 159 comma 4 dpr 207/2010 per l’impossibilità di prosecuzione dei lavori, minacciando la Stazione Appaltante di ricorrere al tribunale per veder riconosciuti i propri diritti contrattuali. Questo accadeva nell’ottobre 2017.
5. Non è vero che il Sindaco “007” ha ordinato il volo del drone per controllare i volumi di scavo a causa dei camion che ha visto alle 5.00 di mattina nel settembre 2016. Lo ha ordinato parecchi mesi dopo e per un motivo totalmente diverso e cioè per via della contestazione fatta dall’impresa circa i volumi generali di scavo relativi al 3° SAL. Al contrario, quel materiale che i subappaltatori trasportavano legittimamente alle 5:00 di mattina è stata una attività che era nel loro pieno diritto e soprattutto dovere di eseguire assunto che era il materiale di scavo proveniente dall’adeguamento della pista di arrocco, opera prevista dal progetto. Quanto ai tecnici menzionati “che hanno strabuzzato gli occhi” e quanto al loro livello di competenza tecnica e amministrativa ci sarebbe da scrivere un libro intero.
6. Non è vero che quando il Sindaco si è presentato per la prima volta in cantiere, il 9 maggio 2016, ha trovato lavori eseguiti per 1,9 milioni di euro su 2 milioni di finanziamento. A quella data erano stati eseguiti soltanto 800 mila euro circa di lavori. Non era ancora stato nemmeno tagliato “quell’ettaro” di pregiatissima vegetazione che ha ulteriormente deturpato il paesaggio e non era ancora stata eseguita alcuna operazione di scavo. Pertanto era nella sua piena facoltà poter interrompere i lavori già a quel tempo, e quindi poteva prontamente fermare in tempo quello scempio di cui parla tanto, visto che non era d’accordo a eseguire quei lavori sin dall’inizio. Non solo, dato che lei stessa ha ammesso nell’intervista di aver posto la massima attenzione a quella grave anomalia amministrativa, contabile e fiscale relativa all’obbligo della stazione appaltante di farsi carico del ripristino dell’attività di cava (pratica vietata dalla Regione) per poter vendere dietro fattura il materiale di scavo all’impresa così come da contratto, avrebbe immediatamente dovuto fermare tutto per verificare con la Regione Umbria, con l’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici e con la Corte dei Conti se tale pratica potesse essere consentita oppure no.
7. Non è vero che la quantità di materiale di scavo previsto di 300 mila mc deriva da un aumento del volume dello scavo dei 234mila mc quando questo viene “smosso dalla sua compattezza”. I 300 mila mc derivano da una maggiore area di scavo imposta dalle prescrizioni che la Soprintendenza ha voluto inserire nella conferenza dei servizi post-gara. In pratica per ridurre l’altezza delle banche, per una questione di impatto ambientale, si è assurdamente passati dalle n.2 banche previste nel progetto preliminare e definitivo alle n.5 banche del progetto esecutivo che si è alla fine tradotto in circa 5 mila metri quadri in più di taglio di pregiata vegetazione oltre che di 70/80 mila mc di quantità di scavo da eseguire in più. Tutto sempre grazie ai suoi “tecnici”.
8. Non è vero che c’è stato soltanto il ricorso da parte dell’Ordine degli Ingegneri per la nomina del Collaudatore, ma c’è stato anche il ricorso dell’Ordine dei Geologi relativo al compenso per la progettazione, oltre a un'altra serie di anomalie gestionali del Procedimento di cui è inutile parlare in questo momento.

Quanto alla dichiarazione del Sindaco in riferimento a “la ditta di Ancona è esperta di questi lavori e ha dimostrato una grande responsabilità”, le dico subito che se questo non è un complimento indirizzato alla mia specifica persona, ai subappaltatori e a tutti quegli operatori economici che ha voluto maliziosamente presentare sotto una veste poco edificante, ma che invece sono coloro che hanno effettivamente eseguito i lavori fino a oggi realizzati e che vantano ancora grossi crediti nei confronti sia della stazione appaltante (riscossione del 3° SAL) che dell’impresa appaltatrice (residuo del 2° SAL), ebbene allora mi riserverò di fare una dichiarazione a parte, in un prossimo futuro che merita una intera puntata del suo programma televisivo.

 

COSA È VERO

 

 9. Vero è che hanno avuto e hanno ancora oggi un grosso problema, che meriterebbe l’attenzione dell’Autorità di Vigilanza sui lavori Pubblici e della Corte dei Conti, afferente oltre che  alla gestione dell’intero Procedimento (come per esempio la mancata analisi di laboratorio per la verifica di quel materiale di scavo che avevano intenzione di vendere all’impresa da eseguirsi prima di appaltare i lavori, oppure la modalità di vendita dello stesso materiale, oppure ancora la mancata produzione della VIA Valutazione d’Impatto Ambientale da eseguirsi sempre prima di appaltare i lavori visti i lunghi tempi burocratici che la stessa richiede, etc.) anche per la specifica struttura contabile, amministrativa e fiscale applicata al contratto di appalto  che crea quei problemi appunto amministrativi e fiscali che il Sindaco stesso cita nell’intervista, che le erano già stati segnalati da tempo, e di cui in qualità di Primo Cittadino lei è comunque responsabile (pertanto se aveva delle obiezioni e segnalazioni da fare ci si chiede perché non le abbia fatte immediatamente).

10. Vero è che a distanza di 3 anni e mezzo il Comune si sta trattenendo indebitamente l’importo del 3° SAL che, anche se firmato con riserva, aveva il dovere di pagare entro 30 giorni, e che è il frutto del lavoro effettivamente eseguito dalle sopracitate aziende e professionisti che il Sindaco ha voluto snobbare rifiutandosi di incontrarli nonostante la richiesta formale effettuata dagli stessi già nell’agosto 2019. Se non è pazienza questa..
11. Vero è che la Stazione non può chiudere l’appalto senza pagare tutti i lavori eseguiti come da contratto senza incorrere in una causa civile da parte dei creditori, che verrà condotta, nei suoi confronti per il mancato pagamento del 3° SAL, e nei confronti dell’impresa appaltatrice per i fondi indebitamente trattenuti derivati dal 2° SAL.
12. Vero è che il sottoscritto come anche i subappaltatori e altri operatori economici, che hanno eseguito i lavori per conto dell’impresa appaltatrice vantano ancora oggi grossi crediti, maturati a seguito di precisi accordi, e che per forza di cose citeranno in giudizio la stessa Stazione Appaltante nella eventuale causa che faranno all’impresa appaltatrice qualora non vengano riconosciuti i propri diritti. Si ricorda che le motivazioni per cui si andrebbe in causa saranno le stesse identiche motivazioni oggetto dell’attuale contenzioso in essere tra impresa e stazione Appaltante. Pertanto il Sindaco non può certo ignorare le istanze dei creditori.
13. Vero è che, contrariamente a quanto espresso dal Sindaco, sarebbe opportuno non “tralasciare” la citata indagine della Gdf, ma al contrario sarebbe bene metterne in evidenza i contenuti della stessa per poter riscontrare come la maggior parte della documentazione cartacea e di intercettazioni telefoniche e ambientali conferma, carte alla mano, non soltanto il buon operato dei soggetti locali coinvolti rispetto alle accuse formulate (anzi, semmai sarebbero parte lesa) ma soprattutto farebbe emergere come le attività di indagine riguardino per la maggior parte di essa proprio l’argomento relativo alla gestione del Procedimento, alla scarsa qualità del materiale di scavo e alle responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nel Procedimento di appalto e al suo contenzioso, ivi comprese certe dichiarazioni fatte (oppure omesse) proprio dai suoi tecnici che “dovevano saltare dalla sedia vedendo come è stato appaltato e condotto questo lavoro” (cito testualmente una dichiarazione che proprio il sottoscritto fa e che si può riscontrare nelle intercettazioni di che trattasi).
14. Vero è che se la soluzione finale per la chiusura dell’appalto, che il Sindaco ha dichiarato di volere portare avanti per il futuro, è quella di acquistare il terreno sul quale insiste il tomo di terra armata adiacente alla strada Provinciale 249, ebbene dovrebbe tenere conto del rischio di esposizione a ulteriori segnalazioni e contestazioni da parte dei suoi cittadini assunto che al danno si aggiungerebbero le beffe. Infatti a quel punto sono sicuro che tutti vorremmo vestire i panni di quell’imprenditore proprietario del terreno, che è stato anche impresa appaltatrice dei lavori di realizzazione dello stesso muro di terra armata (1,7 milioni di euro circa), che non ha partecipato alla gara relativa a questo appalto e quindi allo scambio del materiale del cuneo in frana (chissà.. magari perché sapeva già che il materiale era scadente?), ma che alla fine si vedrà recapitare parecchi ulteriori fondi  per l’acquisto di quel terreno che altrimenti non avrebbe mai potuto collocare nel mercato. Altro che superenalotto!

Ora, parafrasando quanto da Lei menzionato nella news-letter dell’Agenzia Mediacom043, dato che il Sindaco le ha fatto prendere visione dei suoi documenti, la invito formalmente, Direttore Castellini, a prendere visione anche di tutta la mia serie di documenti che, “se conosciuti”, le presenterebbero un quadro della situazione totalmente diverso. Di più, potremmo cogliere l’occasione per fare l’intervista direttamente in cantiere, sui luoghi dove sono stati realizzati i lavori, e dove avrà modo di constatare personalmente se come ha detto il Sindaco “la natura si sta riappropriando” dell’antico stato dei luoghi, oppure se è ancora ben visibile la grande e profonda frattura di distacco e se gli scavi eseguiti sotto la sua gestione non presentano a distanza di 3 anni e mezzo, e chissà per quanto ancora, un vero e proprio sfregio alla natura stessa.

Nella speranza di aver contribuito a una maggiore chiarezza dei fatti colgo l’occasione per porgerle i miei più distinti saluti.

                                                                                                                                                                                                    Sergio La Monica

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