Giungono alla nostra organizzazione segnali di forte preoccupazione da parte del personale infermieristico e medico dell’azienda ospedaliera e della Usl impegnato sul fronte della pandemia, rispetto ai recenti episodi che hanno visto alcuni cittadini di Terni partecipare a manifestazioni che, se effettuate in tempi normali, non avrebbero suscitato nessuna apprensione.
Premesso che la libertà di manifestare il proprio dissenso è un diritto costituzionale inalienabile e indisponibile e che tale modalità di rivendicazione rappresenta anche un tratto distintivo del nostro sindacato, è del tutto evidente che in questo momento non possono essere eluse alcune modalità di attuazione.
Tali modalità sono ben chiare nel Dpcm del 24 ottobre, ma dovrebbero far parte del buon senso di ognuno di noi, sia come singoli cittadini, sia come soggetti organizzati.
Quotidianamente apprendiamo delle enormi difficoltà dell’azienda ospedaliera a far fronte alle continue richieste di ospedalizzazione di pazienti Covid. Questo sta comportando la trasformazione, non solo di posti letto di rianimazione generalista in rianimazione Covid, ma anche la conversione di interi reparti del S.Maria, medicine e chirurgie, in strutture Covid, con la conseguente riduzione di tutte quelle che sono le attività in elezione e chirurgiche programmate. A ciò si aggiungono le difficoltà dovute ad una carenza cronica di risorse umane sanitarie che, solo parzialmente e tardivamente, è state tamponata, in maniera comunque insufficiente rispetto allo stato emergenziale che si sta affrontando. Tutto ciò può compromettere la tenuta del nostro sistema sanitario provinciale, con rischio di collasso.
È fondamentale ribadire che la tutela del personale sanitario è condizione imprescindibile per garantire il diritto alla salute, che, è bene ricordare, non si limita solo alle patologie da Covid.
Per questo motivo facciamo nostro e diffondiamo l’appello alla prudenza del personale sanitario, rivolgendo un invito ai cittadini, che legittimamente esprimono il proprio dissenso, alle istituzioni, al sindaco, anche in ragione del ruolo di principale responsabile della salute territoriale, ai rappresentanti del Governo sul territorio, affinché una comprensibile dimostrazione di dissenso non divenga veicolo ulteriore di diffusione del contagio, che aggraverebbe ancora di più l’attuale crisi sanitaria.
Mai come in questo momento occorre unità, coesione e solidarietà, cosi come è necessario il rispetto delle regole, da parte di tutti, verso tutti, nell’interesse del bene supremo della salute pubblica.

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