“I siti benedettini rappresentano un patrimonio identitario dell’Umbria e del suo paesaggio e sono modello esemplare di un sistema insediativo ancorato al senso del rapporto con il territorio e l’ambiente”. L’assessore regionale all’Ambiente, Silvano Rometti, intervenendo al quarto evento del Forum regionale “Paesaggio Geografia”, dedicato alle abbazie benedettine e ospitato nell’abbazia di Montelabate a Perugia, ha voluto sottolineare il valore storico, culturale  e di pregio ambientale che la Regione Umbria ha riconosciuto nei suoi strumenti di programmazione, pianificazione e gestione del territorio al patrimonio costituito dal lascito benedettino, dal Piano Urbanistico territoriale approvato nel 2000 fino al Piano Paesaggistico regionale in fase di approvazione.

   “La Regione Umbria – ha ricordato -  con la volontà di riconoscere gli archetipi del paesaggio umbro per la sua tutela e valorizzazione, in collaborazione con il Centro Storico Benedettino Italiano, ha promosso la rivisitazione del censimento delle abbazie e dei principali siti benedettini in Umbria che prese le mosse alla fine degli anni Novanta, interessando 102 siti benedettini ancora oggi esistenti”.

    “Oggi – ha aggiunto Rometti – abbiamo a disposizione un censimento arricchito con documentazioni cartografiche e fotografiche, rilievi tecnici e note storiche di contesto, con una particolare cura per i siti la cui testimonianza materiale è ancora presente nel nostro paesaggio. Un lavoro prezioso che è parte integrante del Quadro conoscitivo del Piano Paesaggistico regionale e costituirà un elemento di valutazione nella verifica periodica della qualità dello stato di pianificazione, gestione e tutela del patrimonio paesaggistico da parte dell’Osservatorio regionale sulla qualità del paesaggio”.  

   “Il sistema insediativo delle abbazie, dislocate in posizione strategica, in contesti di grande valore paesaggistico, – ha detto ancora Rometti - ha rappresentato un polo di organizzazione della vita delle comunità locali, contribuendo alla strutturazione e all’assetto politico-amministrativo del territorio dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Riconoscendo pari dignità al lavoro e alla preghiera, le comunità monastiche parteciparono ai processi produttivi, recuperando vaste pianure abbandonate, bonificando aree paludose, incentivando migliorie fondiarie, nell’equilibrio tra campi arativi, boschi e pascoli. Allo stesso tempo, favorirono la nascita degli agglomerati urbani”.

“Una risorsa peculiare e importante dell’Umbria, della sua storia e del suo presente – ha concluso l’assessore – che la Regione tutela e valorizza, riconoscendo come gli insediamenti benedettini segnino l’identità del territorio umbro e, come nel passato, possano contribuire a innalzare la qualità dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile dell’intera regione”.

   Nel corso del convegno, organizzato dalla Regione Umbria in collaborazione con la Scuola umbra di amministrazione pubblica, è stata illustrata l’attività di censimento delle abbazie e presentato il volume “Le abbazie benedettine in Umbria” curato dal Centro Storico Benedettino Italiano e dalla Regione Umbria. Numerosi gli interventi, che hanno toccato fra gli altri i temi del ruolo dei monasteri benedettini nella nascita della cultura europea, del contributo allo sviluppo dell’economia e della rilevazione contabile, la valorizzazione del patrimonio storico-artistico delle abbazie.

   Ai partecipanti è stata offerta la possibilità di una visita guidata dell’Abbazia, una delle prime fondazioni benedettine, che fino al XIV secolo fu tra i maggiori centri del sistema benedettino dell’Umbria; a proseguirne le tradizioni agricole è oggi la Fondazione “Gerolamo Gaslini”, che ne è proprietaria dagli anni Cinquanta.   

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