Oggi è il giorno della Fornero che dà i numeri. Attacca l'Inps e fornisce i dati del Ministero sugli esodati: ai 65mila quantificati ne vanno aggiunti solo altri 55mila (i consulenti del lavoro stimano almeno 370mila). Ma la ministra torna anche a parlare del ddl lavoro e apre a possibili modifiche, ma solo dopo l'approvazione del testo in Parlamento. Il Pd non perde l'occasione e trova un modo tutto suo per 'giustificare' il voto a favore del ddl aggrappandosi alla questione esodati: "lo votiamo entro il 28 giugno se conterrà soluzione sugli esodati".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, non ci sta e attacca il governo: "Il ministro Fornero parla di possibili modifiche sul ddl lavoro: allora proponiamo di stralciare la demolizione dell’articolo 18 dal provvedimento. Se non lo fanno vuol dire che ci troviamo solo di fronte all’ennesimo – sgradevole – episodio di propaganda politica da parte del governo che agisce con furia ideologica per distruggere i diritti dei lavoratori. Una vergogna peggio di Berlusconi". Ferrero non risparmia una dura critica anche al Partito Democratico: "Il Pd non può “scambiare” la soluzione sugli esodati con il sì al ddl lavoro e l’accelerazione dell’iter: nessun “baratto” sulla pelle dei lavoratori. La soluzione al problema degli esodati, di tutte e tutti gli esodati quale che sia il vero numero di questi lavoratori, va trovata perché è una questione di civiltà ed è una vergogna lasciare senza futuro centinaia di migliaia di persone. Punto. La manomissione all’articolo 18 non può essere merce di scambio: il ddl lavoro va fermato perché nel suo impianto contiene la demolizione dei diritti dei lavoratori".

Fonte: controlacrisi.org
 

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