PERUGIA – Con l’accusa di gestire “abusivamente ingenti quantità di rottami ferrosi al fine di conseguire un ingiusto profitto», la Procura  di Ancona (Direzione distrettuale antimafia) ha disposto il sequestro di una ditta di Fabriano che opera nel settore.

La ditta in questione, in associazione con altri 287 soggetti, sia extracomunitari che di nazionalità italiana, avrebbe dato luogo in diverse circostanze ad una attività organizzata di traffico illecito di rifiuti. Il meccanismo era questo: dopo aver ricevuto irregolarmente ingenti quantitativi di materiali, l’azienda provvedeva a trasportarli e a cederli abusivamente ad altri soggetti, conseguendo in tal modo un ingiusto ed elevato tornaconto.

In pratica i rifiuti ferrosi raccolti le venivano conferiti da trasportatori sprovvisti di ogni autorizzazione prevista dalla legge in materia, e l’azienda fabrianese, pur conscia che questa attività di raccolta fosse illecita in quanto non accompagnata dal previsto formulario che identifica il rifiuto in tutti i suoi aspetti, li avrebbe ricevuti ugualmente provvedendo poi alla loro successiva rivendita a terzi trasformatori: questo è ciò che è emerso dalle indagini e riportato in una nota compilata dagli agenti della Forestale di Gualdo Tadino e Scheggia e Pascelupo che hanno eseguito l’operazione.
 
E’ stato inoltre accertato che il quantitativo di rifiuti ferrosi movimentato nel periodo 2007-2011 è stato “di circa centomila quintali per un ammontare di circa due milioni di euro di profitto”, per cui il rappresentante legale della ditta dovrà ora rispondere di “violazioni alla normativa in materia fiscale e di quella per la Salvaguardia e Tutela dell’ambiente”.

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