PERUGIA - Quest'anno si è verificata in Umbria una “sensibile accentuazione” degli incendi boschivi, 190 con una superficie bruciata di mille e 536 ettari. Bisogna risalire al 1993 per trovare dati simili per gravità e numero dei roghi. E' quanto emerge da un bilancio del corpo forestale.

In confronto alla media degli ultimi cinque anni - hanno spiegato dal Cfs - è stato registrato un incremento del 93% nel numero e di cinque volte in superficie. Legato alle particolari condizioni climatiche.

Ecco il bilancio completo ad oggi di quanto è accaduto nella nostra regione, così come ci è stato comunicato
“Nel 2012 si è verificata in Umbria una sensibile accentuazione del fenomeno degli incendi boschivi, andando a ritroso occorre risalire al 1993 per trovare una annata simile per gravità e numero di incendi (189 con 1.953 ettari bruciati). In confronto alla media degli ultimi cinque anni si registra un incremento del 93% in numero e di ben cinque volte in superficie . Rispetto al 2007, il più recente tra i peggiori anni della serie storica, l’incremento è del 19% in numero (160 gli incendi nel 2007) e del 52% in superficie (1.007 ettari nel 2007).

Al raddoppio del numero di incendi verificatisi nell’anno hanno contribuito certamente le particolari condizioni climatiche che hanno facilitato l’innesco e l’espandersi degli incendi. Un sensibile incremento del fenomeno si è registrato già a fine inverno e prima del risveglio primaverile della vegetazione favorito dal deficit idrico, del 38% rispetto alla media delle precipitazioni annuali, con cui si era chiusa l’annata precedente.

Gli incendi di questo periodo sono un fenomeno tipico delle regioni del nord e prealpine, per l’Umbria costituiscono una anomalia. Successivamente l’estate 2012, secondo il CNR, è stata la seconda estate più calda dal 1800 ad oggi, con una anomalia di + 2,3 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1971-2000, più calda è stata solo l’estate del 2003.

La stagione è stata caratterizzata da sette successive ondate di calore originate dagli anticicloni africani, quasi ininterrotte l’una dall’altra, che hanno mantenuto la temperatura su valori medi elevati. Altresì l’estate 2012 ha fatto registrare importanti anomalie per quanto riguarda le precipitazioni, ossia l’assenza di piogge. Secondo il CNR si è chiusa con un deficit a livello nazionale del 48% rispetto alla media, collocandosi all’undicesimo posto tra le estati più siccitose degli ultimi 200 anni.

Nel 2012 in provincia di Perugia si sono sviluppati 128 incendi pari al 67% del totale regionale per una superficie boscata complessiva di circa 680 (seicentoottanta ) ettari, pari al 44% della superficie totale regionale andata in fumo.

In provincia di Terni con 62 incendi, pari al 32% del totale regionale, si sono registrati i danni peggiori per quanto riguarda la superficie boscata andata in fumo, risultata di ben 850 (ottocentocinquanta) ettari, pari al 55% della totale regionale.

Nel 2012 in soli due incendi, con analoghe superfici, sono andati in fumo circa cinquecento ettari di bosco, rispettivamente in località Priorato del Comune di Acquasparta (TR) con inizio il 19 luglio e della durata di tre giorni, l’altro incendio, iniziato il giorno successivo dalla località di Molinaccio in Comune di Spoleto sulla Somma, si è poi sviluppato nei tre giorni seguenti nelle adiacenti superfici boscate del Comune di Terni in località Cecalocco e La Castagna .

A livello nazionale dai dati provvisori degli incendi boschivi rilevati dal Corpo Forestale dello Stato al 28/10/2012 risultavano ottomilaottocento gli incendi boschivi sviluppatisi dall’inizio dell’anno, con un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di oltre il 10%. In consistente aumento anche la superficie totale percorsa dalle fiamme, di circa 47.000 ettari, con un incremento di circa il 30% rispetto al 2011.

A livello nazionale il 2012 può essere paragonato al 2007 per numero di incendi e gravità del fenomeno. Le regioni con il maggior numero di eventi sono risultate la Calabria (oltre 1.300 incendi) e la Campania (oltre 1.200) Sicilia e Sardegna oltre 800. Come superficie percorsa dal fuoco la Sicilia con oltre 14.000 ettari rappresenta da sola il 30% del dato complessivo nazionale, di seguito la Calabria (6.600 ha), Puglia (5.196 ha), Campania (4.963 ha) e Lazio (4.330 ha) . Gravi criticità si sono avute anche in Basilicata (2.851 ha) Umbria (1.500 ha) e Toscana.

In Umbria si evidenzia nell’anno in corso un notevole incremento degli incendi boschivi di interfaccia, cioè di incendi che interessano zone dove strutture e costruzioni create dall’uomo si compenetrano e si sovrappongono con aree boscate o con vegetazione combustibile, con conseguente pericolo per l’incolumità delle persone e cose.

In alcuni casi è stato necessario ricorrere anche allo sgombero di abitazioni, come a Villa di Magione, o di un intero paese come sulla Somma, ed alla chiusura di strade anche per lunghi periodi. In provincia di Terni nell’anno in corso sono stati classificati come incendi di interfaccia ben il 39% degli incendi boschivi verificatisi, rispetto al 12% dell’anno precedente (incremento del 225% ); in provincia di Perugia sono risultati il 29% rispetto al 21% dell’anno precedente.

Nell’estate trascorsa l’elevata velocità di propagazione del fuoco, dovuta alla estrema siccità della vegetazione, ha reso problematico lo spegnimento degli incendi con le sole forze a terra, in conseguenza per ben 69 incendi, pari al 36% del totale, si è dovuto ricorrere al supporto di mezzi aerei. Sono state 170 le missioni effettuate da aeromobili del COAU della Protezione Civile su richiesta della Sala Operativa Unica Permanente gestita dal C.F.S., di cui nr. 112 con Canadair, nr. 23 con elicottero S 64 F Ericsson del CFS, nr. 27 con elicottero CH 47 dell’Esercito, nr. 7 con elicottero AB412 dei Vigili del Fuoco, nr. 1 con elicottero AB412 del C.F.S..

Sono state inoltre 49 le missioni effettuate su 37 incendi dall’elicottero NH 500 del C.F.S. che anche nell’anno trascorso, in base a convenzione tra Regione Umbria e Corpo Forestale dello Stato è stato dislocato dal 17 luglio al 17 settembre presso l’aeroporto di Foligno.

L’elicottero regionale ha dovuto effettuare nel 2012 un totale di ore di volo superiore del 50% rispetto alle 100 previste dalla convenzione, stimate sui dati delle annate precedenti. Oltre allo spegnimento ha effettuato altresì missioni per monitorare la stabilità delle pendici incendiate, con tecnici dell’ANAS e della Protezione Civile, e per altre necessità di protezione civile.

L’annata 2012 ha messo a dura prova la collaudata macchina organizzativa messa in piedi dalla Regione Umbria, ente competente in materia, prevista nel Piano antincendio boschivo regionale di cui alla legge 353/2000. Per poter fronteggiare l’emergenza incendi nei mesi di luglio e agosto è stato necessario raddoppiare lo sforzo del personale impegnato, appartenente ai Vigili del Fuoco, alle Comunità Montane , Corpo Forestale dello Stato, Servizi Foreste e Protezione Civile della Regione, inoltre le numerose Associazioni di volontariato impegnate nell’avvistamento e perlustrazione su tutto il territorio regionale.

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