“Cittadinanza prossima”. Non è un caso che la Uil Umbria abbia scelto questo aggettivo per il titolo dell’incontro in cui, mercoledì 3 aprile, ha ribadito l’urgenza di risolvere le forti discontinuità sul fronte dei diritti degli stranieri residenti in Italia. Come pure non è un caso che il convegno si sia svolto nella sala convegni di Sviluppumbria, in località La paciana, a Foligno, la cui amministrazione comunale, come altre 160 in Italia, con una delibera dello scorso 12 marzo, ha assegnato simbolicamente la cittadinanza a bambini, figli di stranieri, nati all’interno del comune.

Con il plauso del sindacato, che infatti ha ribadito l’idea di una necessaria introduzione del principio dello “ius soli” accanto a quello dello “ius sanguinis” con la tavola rotonda a cui hanno partecipato Alberto Sera e Maurizio Soru, rispettivamente vice presidente nazionale e responsabile umbro di Ital Uil, patronato del sindacato, Claudio Bendini, segretario generale di Uil Umbria, Giuseppe Casucci del coordinamento nazionale del Dipartimento delle politiche migratorie di Uil, Gabriele Mascio dell’Unione italiani nel mondo (Uim) e Antonio Fiamingo dell’Associazione di stranieri.

“Il mondo sociale della nostra nazione – ha detto Sera – è cambiato, ma ad oggi non riconosciamo dei diritti a chi è nato qui in Italia. Il problema quindi è fare una nuova legge, anche se ce n’è un altro, a priori, cioè quello di applicare la normativa vigente nei tempi dovuti. Come dice il presidente Napolitano, è ‘inconcepibile’ che chi nasce in Italia non sia cittadino italiano”.

“Bisogna rivedere la normativa – ha commentato Soru – per dare a tutti la possibilità di scrivere la propria storia, con dignità e senso di appartenenza al proprio Stato di residenza”. “Crediamo – ha aggiunto Bendini – che la questione sociale al centro dell’incontro non riguardi solo gli stranieri, ma tutti i cittadini, perché viver meglio è un diritto di tutti. In Umbria, allora, cerchiamo di favorire questo processo per una risoluzione a livello nazionale”.

L’Umbria, infatti, come emerso anche dall’incontro, oggi ospita oltre 100mila stranieri, pari all’11 per cento del totale dei residenti, di cui 42mila lavorano nella provincia di Perugia e 12mila in quella di Terni, per un totale pari al 17 per cento di tutti gli occupati nella regione. È, inoltre, la prima regione italiana per presenza di bambini stranieri nelle scuole primarie, con un tasso del 14 per cento, mentre è seconda solo all’Emilia Romagna per la stessa presenza nelle scuole secondarie. Dati per i quali sia il patronato umbro, dal 2006 attivo nella causa con sportelli dedicati per un accordo con il Ministero degli interni, che la segreteria regionale di Uil rispondono recependo un’iniziativa che ha carattere nazionale.

“Questo di Foligno – ha infatti concluso Sera – è il decimo appuntamento che promuoviamo. Facciamo questa campagna in quasi tutte le nostre sedi provinciali e nelle grandi città. Faremo prendere delle iniziative ai nostri quadri sindacali stranieri nei posti di lavoro e nelle grandi aziende. Quindi, raccolta di firme e dibattito coi parlamentari, sostenendo parallelamente altri buoni progetti come quello portato avanti dal Comune di Foligno”.

Condividi