I lavoratori della Sangemini, storico marchio delle acque minerali, stanno seguendo con preoccupazione le sorti dello stabilimento di Fiuggi, anch’esso facente parte della società Sangemini Spa, chiuso dalla fine del mese di luglio a causa di un contenzioso giuridico - normativo che vede coinvolti il comune di Fiuggi e il Gruppo Sangemini.
Il fermo della produzione di Fiuggi sta portando inevitabili cali di fatturato, e questo è il principale motivo di nervosismo per tutti i dipendenti, anche se i numeri forniti dall’azienda rispetto alla produzione dei due stabilimenti di Sangemini ed Acquasparta parlano di consistenti incrementi di volume rispetto al 2010.
"Intendiamo  tenere alta l’attenzione su quanto avviene nel Gruppo Sangemini - sostiene Flai Cgil -  ed in tal senso vogliamo rivolgere un appello alle istituzioni affinché vigilino con tutti gli strumenti a loro disposizione, al fine di controllare l’operato di questa importante realtà produttiva. Alla fine del mese di maggio l’azienda ha preso precisi impegni al tavolo istituzionale composto oltre che dalle rappresentanze sindacali, dagli assessori regionali allo Sviluppo Economico e Ambiente, dal presidente della Provincia di Terni e dal sindaco di Sangemini".

La Flai Cgil chiede che quegli impegni vengano rispettati, a partire dal piano di investimenti che ancora non ha visto azioni concrete e resta per il momento solo una dichiarazione di intenti.
Dal canto loro le rappresentanze sindacali delle Flai Cgil tengono a sottolineare che sono ancora molti i problemi di natura organizzativa che non trovano soluzioni soddisfacenti, nonostante siano state rappresentate con puntualità al tavolo delle trattative.
"Resta poi ancora aperto il problema dei 24 lavoratori della Sangemini Fruit - conclude Flai Cgil -  tuttora in cassa integrazione straordinaria e che non vedono all’orizzonte una soluzione alla loro condizione che purtroppo li accomuna alle migliaia di lavoratori che attendono un futuro fatto di lavoro e non di ammortizzatori sociali".
 

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