Fiom contro Pd: “Ma quale incoerenza. Non è da ieri che siamo No Tav".
di Fabio Sebastiani
”Noi siamo coerenti. Non capisco questa decisione. Se parla un No Tav per noi la manifestazione non cambia di segno. Poi rispettiamo la decisone di ogni forza politica e il Pd si prenderà le proprie responsabilità”. E’ molto diplomatico il leader della Fiom Maurizio Landini nel rispondere, nel corso della conferenza stampa di stamattina, al “domandone” sull’indicazione della segreteria del Pd di non parteciparre alla manifestazione di venerdì 9 marzo nel giorno dello sciopero generale indetto dalla Fiom. La motivazione? Perché la Fiom rivendica il ”No alla Tav” e fa intervenire dal palco un esponente del movimento. Una diplomazia comunque molto netta e, se letta tra le righe, anche dura.
”Che la Fiom non sia d’accordo con le grandi opere non è da ieri tanto che al congresso del 2010 votammo tre documenti di appoggio ai No Tav - spiega Landini in tono molto accalorato - ai movimenti contro il nucleare e a quelli per l’acqua pubblica. Il 16 ottobre in piazza, con tanti esponenti politici non avevamo cambiato idea. Non è che si scopre ora che noi siamo No Tav”. Esponente No Tav? Dal palco di San Giovanni parlerà “il pericoloso estremista” presidente della Comunità montana di Val di Susa.“Un iscritto al Pd e che è stato sindaco”, puntualizza Landini in tono ironico.
La risposta di Stefano Fassino è davvero “poco dialogante”. “La posizione in merito alla partecipazione alla manifestazione del 9 Marzo è cambiata, in quanto la manifestazione si è caricata anche di altri contenuti, in particolare la Tav, oggi al centro dell’agenda politica e causa di inaccettabili episodi di violenza”, ha detto in una nota l’esponente del Pd. Giorgio Cremaschi ironizza, a magine della conferenza stampa: “Non partecipa il Pd? Allora l’iniziativa riuscirà sicuramente”.
Tutta questa enfasi sulla No Tav non può comunque oscurare gli altri temi dell’iniziativa della Fiom, che è stata chiamata, appunto, “Democrazia al lavoro”. Che poi vuol dire vicenda Fiat; e passiamo qui al secondo “dente dolente” del Pd: il rispetto dei diritti del mondo del lavoro, e quindi della Costituzione della Repubblica italiana. La Fiom è molto chiara su questo punto: i lavoratori sono stati lasciati soli sia dalla politica che dal Governo. In un frangente in cui la Fiat sta mettendo in discussione, con l’esclusione della Fiom dai siti produttivi, il diritto delle tute blu a scegliersi il sindacato che preferiscono. E questo non può non richiamare l’altro punto qualificante della piattaforma del sindacato: il “No” alla riscrittura dell’Art. 18. “Il punto non è se sono con la Fiom (rivolgendosi al Pd, ndr), ma ciò che denunciamo”, ossia che ”siamo di fronte a vere e proprie discriminazioni e al non rispetto della libertà”. Il corteo di venerdì a Roma partirà da piazza della Repubblica intorno alle 9.30 e arriverà a piazza San Giovanni.
La macchina organizzativa è a pieni giri, se non fosse per il prezzo esorbitante chiesto da Trenitalia, fino a 100mila euro per un treno notturno dalla Sicilia. Praticamente il prezzo del biglietto ordinario. E’ anche questa una faccia, sgradevole, della privatizzazione dei binari, come sottolinea Francesca Re David, responsabile dell’Organizzazione della Fiom, oppure è una ritorsione di Trenitalia per la posizione “No Tav" della Fiom?
La presa di distanze del Pd ha scatenato, ovviamente, le manifestazioni di solidarietà. Tra le prime ad arrivare, quelle da dentro il sindacato. E così, mentre Susanna Camusso non potrà prendere parte all’iniziativa in quanto impegnata a New York con le donne dell’Onu, sul tavolo della Fiom piovono le adesioni di due categorie importanti come Fp-Cgil e Flc-Cgil.
“Lo sciopero generale indetto dalla Fiom ha il nostro sostegno come tutte le giuste rivendicazioni che la Cgil sta mettendo in campo sul fronte della tutela dei diritti dei lavoratori“, dice Rosanna Dettori, segretaria generale del sindacato del pubblico impiego. che riconosce alle tute blu il valore di una battaglia “per tutto il mondo del lavoro”. La Fp-Cgil giudica la vicenda Fiat come ”la vergognosa vicenda di Pomigliano che vede i lavoratori iscritti alla Cgil lasciati fuori dalla produzione”. “Non può essere affrontata come una normale trattativa sindacale”.
A fianco alle tute blu ci saranno anche i lavoratori della conoscenza della Flc-Cgil. Tra i primi a far arrivare l’adesione, quelli dell’Emilia-Romagna. “Ci saremo perchè non accettiamo lo scambio diritti-lavoro, perchè riteniamo sbagliato mettere i lavoratori di fronte alla scelta di perdere il posto di lavoro o accettare una condizione servile del proprio lavoro con diritti dimezzati”, si legge in un loro comunicato.
Anche lo Spi-Cgil parteciperà alla manifestazione. “I pensionati sono sempre al fianco dei lavoratori in lotta – dichiara il segretario generale Spi-Cgil Carla Cantone – e per questo venerdì saremo in piazza insieme alla Fiom e alla Cgil in difesa del contratto nazionale, dell’occupazione, della democrazia sindacale e dei diritti di rappresentanza”.
Nel bilancio, tutto in “rosso", del Pd per quanto riguarda il sofferto “dossier Fiom”, va incluso l’incontro tra una rappresentanza delle donne Fiat, composta da numerose lavoratrici dei principali stabilimenti italiani e da esponenti sindacali della Fiom e la presidente del gruppo del Pd Anna Finocchiaro (insieme a una nutrita rappresentanza). L’incontro, organizzato dalla senatrice Carloni, prima firmataria di tre interrogazioni parlamentari, sottoscritte da numerosi senatori, è stato promosso tenendo conto dell’appello al ministro Fornero delle lavoratrici Fiat contro l’accordo del 13 dicembre 2011 che, secondo le testimonianze delle dirette interessate, “peggiora le condizioni di lavoro delle donne e aumenta il divario tra lavoratrici e lavoratori, ledendo la legislazione vigente e i principi di parità sanciti dalla Costituzione italiana e riaffermati dalle normative europee”. Finocchiaro ha rimarcato “l’impegno del Pd affinché vengano verificate e cancellate le norme gravemente discriminatorie nei confronti dei lavoratori, con particolare riguardo alla tutela della maternità e della paternità e alla conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, nonchè al diritto alla salute, principi questi di civiltà irrinunciabili”.
Fonte: controlacrisi.org
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