Riteniamo fondamentale la difesa di un polo produttivo simbolo della città e crediamo sia necessario rilanciare: per non fermarci alla manifestazione del 7 auspichiamo uno sciopero sociale che coinvolga tutta la città, solidale alla fabbrica e intelligentemente proiettata al domani: quale futuro per l’industria umbra?
Risulta a noi incomprensibile la latitanza delle istituzioni.
Ad essere sotto assedio non è solo la fabbrica, ma la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici che non possono essere semplicemente “re-indirizzati” altrove, o “ri-funzionalizzati” come un elettrodomestico passato di moda.
Lo spopolamento industriale di cui la vertenza Perugina è solo l’ultimo esempio di una triste storia che si chiama Ast, che si chiama Colussi, è l’occasione per rompere il velo di Maya e denunciare la triste deriva delle specificità locali, date impasto ad una cieca logica consumistica e capitalistica.
Pretendiamo una presa di coscienza e di responsabilità collettiva: la difesa del lavoro e della sua dignità devono essere il centro della discussione politica e non un vuoto slogan da “convegno televisivo”. 
L’impegno quotidiano e le pratiche di lotta devono essere decise e animate da un sano spirito di rinnovamento, radicalità e progettualità.
Essenziale è l’unità della lotta: ieri l’AST oggi la Perugina. 
Sabato e i prossimi giorni, mesi e anni, sigle sindacali, studenti, lavoratori e società civile devono essere unite nella lotta: la posta in gioco è troppo alta, siamo tutti chiamati a rispondere a questo appello di responsabilità.
A fianco della Perugina e a fianco dei lavoratori senza nome vittime di questo sistema.
Per il lavoro, al lavoro e alla lotta.
Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza.
 

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