(dell'inviata Angela Majoli) (ANSA) - PERUGIA - Servono ''piu' leggi per tutelare chi pubblica informazioni riservate ma anche chi decide coraggiosamente di diffonderle'', dice Daniel Domscheit-Berg, fondatore del sito Openleaks e soprattutto ex braccio destro di Julian Assange, con cui ha condiviso per tre anni l'avventura di Wikileaks.

Un'esperienza forse ''irripetibile'', ammette, convinto che gli sviluppi futuri siano da cercare magari ''a livello locale''. ''Sono stato uno dei portavoce di Assange, criticato per essersi 'allargato troppo', e oggi sono uno dei fondatori di Openaleaks: non voglio diventare una popstar'', avverte Domscheit-Berg, ospite al festival internazionale del giornalismo di Perugia e autore del libro 'Inside WikiLeaks - La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito piu' pericoloso del mondo' (edito in Italia da Marsilio) in cui svela i dietro le quinte del sito che ha sconvolto il modo di fare informazione e fatto infuriare i governi di mezzo mondo.

''Wikileaks ha aperto scenari completamente nuovi, ma un'esperienza simile puo' capitare una volta nella vita''. Bisogna dunque esplorare nuovi terreni, magari ''a livello locale, come la corruzione o l'abuso di potere nelle piccole citta'''.

Domscheit-Berg si interroga su potenzialita' e limiti della pubblicazione di notizie riservate sul web: ''C'e' un problema di responsabilita': piu' volte con Julian - racconta - ci siamo chiesti dove va tracciata la linea di confine tra cio' che deve essere pubblico e cio' che deve restare privato. Questo richiede l'introduzione di standard etici e di modalita' per gestire le informazioni: e tutto cio' a sua volta richiede risorse. E poi, indipendentemente dalle informazioni che si pubblicano, ci vuole un contesto: ogni 'cable' prevede che ci sia qualcuno che scriva un articolo, che analizzi e interpreti i documenti. Insomma, abbiamo bisogno dei giornalisti''.

Soprattutto e' centrale ''la questione della verifica delle informazioni: in tre anni a Wikileaks non abbiamo avuto grossi problemi - sottolinea - perche' non abbiamo ricevuto tanti documenti falsi, perche' pochi avevano capito l'utilita' di disseminare documenti falsi per screditare una struttura di questo tipo''.

Di qui la scelta fatta per Openleaks: ''Noi forniamo soluzioni tecniche che permettono a fonti anonime di fornire informazioni a terzi: sta a loro, poi, verificarle e contestualizzarle. Non so se e' la soluzione ideale, ma e' una delle lezioni che abbiamo imparato''.
 

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