SPOLETO - Una commedia musicale di grande energia e ritmo, allegra e ironica nel suo paradossale e spietato mettere in scena perfidia, egoismo e corruzione degli uomini: è questa 'The Beggar's Opera' portata al Festival di Spoleto, moderna versione firmata dal regista canadese Robert Carsen del classico e fortunato lavoro d'inizio Settecento di John Gay e Johann Pepusch, che arrivò ad essere il modello per l''Opera da tre soldi' di Brecht.

Carsen, che 40 anni fa iniziò la sua carriera a Spoleto come assistente di Menotti e al termine della prima rappresentazione ha ricevuto il premio Carispo per il suo lavoro, ha aggiornato lo spirito di quest'opera sul piano dei contenuti e, con lo straordinario aiuto di William Christie e Les Arts Floirissants, anche su quello musicale, senza tradirlo o stravolgerlo. Il motto di tutti i personaggi si condensa nell'unica domanda esistenziale che ritengano valida: "E io cosa ci guadagno?", perché, come si canta e ripete, ognuno tenta di truffare e tradire l'altro.

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