PERUGIA - Il presidente dell'Anm, Luca Palamara, a Perugia per il Festival del giornalismo, commentando la norma sul cosiddetto "processo breve" in discussione in queste ore ha detto di "temere gli effetti". "Il problema - ha aggiunto - e' che sono effetti che si riverberano sulla collettivita'. A rimetterci - ha proseguito - saranno le vittime dei reati: chi ha subito una truffa, una violenza sessuale, i famigliari delle vittime delle stragi e dei terremoti". Secondo il presidente dell'Anm, dall'altro lato, "il messaggio che si da' e' un messaggio di impunita' perche' far passare questa norma significa accorciare il tempo entro il quale accertare un reato, l'eventuale responsabilita' o l'innocenza, e quindi - ha concluso - mandare un messaggio che se si delinque si puo' farla franca"

Secondo Palamara ''al di la' delle date dei processi che riguardano singole fattispecie, c' e' un problema serio e di fondo che si innesta su questa previsione''. ''Cioe' - ha aggiunto - il fatto che in Italia assistiamo a un progressiva riduzione dei termini di accertamento dei reati. Mi riferisco a un esempio su tutti, quello della corruzione. Nel 2005 siamo passati da 15 a dieci anni per l'accertamento. Con la Cirielli il termine massimo e' diventato sette anni e mezzo. Adesso sette. Tutto questo significa che si va in senso esattamente contrario con quello che ci dice l'Europa, ma soprattutto si crea una situazione nella quale si giunge di fatto a una situazione veramente difficile da comprendere: che lo Stato non ha piu' interessa a sapere se una persona e' responsabile o meno di un fatto-reato. Questa e' una situazione che incidera' al di la' del numero dei processi soprattutto su quei reati che hanno una prescrizione gia' breve in partenza. Il che ha effetti veramente paradossali. Significa infatti per chi ha compiuto una truffa milionaria puo' avere la possibilita', nel momento in cui il dibattimento e' complesso, si avere una pronuncia di assoluzione. Ma soprattutto determinare - ha concluso Palamara - situazioni di palese iniquita' tra chi eventualmente ha commesso il reato''.

L'Associazione nazionale magistrati valutera' ''eventuali forme di protesta'' in caso di approvazione delle norme sul cosiddetto processo breve ma soprattutto fara' sentire la sua voce.  ''Continueremo a fare - ha aggiunto - quello che abbiamo fatto in tutti questi anni. Nei quali purtroppo ci siamo occupati di leggi annunciate o promulgate non nell'interesse di tutti ma solo per risolvere situazioni contingenti''. Riferendosi all'intervento del ministro della Giustizia Angelino Alfano, Palamara lo ha definito ''fuori della realtà'' perche' ''non tiene conto di quella dei tribunali italiani''.

''E' uno stillicidio e tutto questo fa male al Paese''. Ha infine dichiarato, commentando le parole di Silvio Berlusconi sul rapporto con la magistratura politicizzata.  ''Serve solo - ha sottolineato Palamara - a far distogliere l'attenzione da quelli che sono i problemi reali che gravano sul Paese e sul mondo della giustizia''.

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