La città di Umbertide ha festeggiato ieri sera il 2 giugno, Festa della Repubblica. Dopo un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto dell’Emilia Romagna, sotto il tricolore che sventolava dalla Rocca si sono esibiti in un spettacolo di musiche e letture la banda musicale “Città di Umbertide”, il Chorus Fractae Ebe Igi e l’Accademia dei Riuniti. Nel corso della serata il Gruppo comunale di Protezione Civile ha anche raccolto fondi per i terremotati dell’Emilia.

Questo il discorso pronunciato nella circostanza dal sindaco Giampiero Giulietti:

“Repubblica, dal latino res publica "cosa pubblica" quindi stato o governo. Nel
suo significato generico di stato è latinismo rarissimo, soprattutto usato in
riferimento al pensiero filosofico e politico dell'antichità classica, specialmente alle opere di Platone e Cicerone.
Sul piano più propriamente politico il termine repubblica venne usato originariamente per indicare il regime che fu in vigore a Roma dalla cacciata dei Re fino alla battaglia di Azio (31 a.C.) . Nell'uso moderno posteriore alla Rivoluzione Francese divenne
forma di governo in cui il potere politico è esercitato da organi rappresentativi del popolo o parte di esso. Con la Rivoluzione Francese l'idea moderna di Repubblica si afferma in Europa come idea politica di valore universale la cui attualità sta nella capacità di attuarsi come vera testimonianza del progresso morale e intellettuale dell'umanità. Nel 19 sec. un esempio di repubblica lo troviamo a Roma (anche se già nel 1798 Roma aveva conosciuto una specie di primavera repubblicana ad opera dei francesi) e precisamente il 9 febbraio 1949 fu costituito un triumvirato composto da
Mazzini, Armellini e Saffi che ebbe vita decisamente breve ma riuscì a varare
la Costituzione che sanciva il principio della sovranità popolare, dell'uguaglianza, della libertà e fraternità risultando la più avanzata delle costituzioni italiane del Risorgimento.
La nostra Repubblica, però, nasce dopo la seconda guerra mondiale. La guerra era finita da poco e l'Italia, unico stato vincitore e vinto del secondo conflitto mondiale, si bendava le ferite ancora sanguinanti, mentre scrutava con speranza il futuro. La tappa da cui ripartire era segnata: 2 giugno 1946, referendum istituzionale. Arrivò il gran
giorno e le votazioni si svolsero regolarmente e con notevole afflusso di elettori alle urne. Per la prima volta il suffragio era veramente universale, e votarono anche le donne. 12.718.641 votarono per la repubblica, 10.710.502 per la monarchia. E si votava anche per l'assemblea costituente che avrebbe dovuto preparare la nuova costituzione.
Anche ad Umbertide 9.577 elettori vennero chiamati alle urne. Era la seconda volta che succedeva perché la prima esperienza di voto avvenne il 7 aprile 1946 per le elezioni amministrative del Consiglio Comunale che elesse Sindaco Astorre Bellarosa. La partecipazione, altissima, raggiunse il 92,91 per cento. Il popolo di Umbertide si schierò in maniera netta. La forma repubblicana dello Stato superò l'80 per cento dei consensi. Era del resto prevedibile poiché i residui delle memorie monarchiche, come l'intitolazione della piazza del Palazzo Comunale a Umberto I, erano stati sfrattati fin dall'anno precedente, senza che nessuno protestasse (la piazza si chiamò allora come oggi Piazza Matteotti).
Umbertide, quindi, città repubblicana che stava superando gli eccidi e i bombardamenti aprendosi al futuro con speranza e grande tenacia.
Dal referendum istituzionale alla Costituzione il passo fu breve e prevalse la voglia di unità, di superare le divisioni, di saper guardare al bene comune andando oltre i particolarismi e gli interessi di questa o quella parte politica.
L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, garantisce e riconosce i diritti inviolabili dell'uomo, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Questa è la nostra Italia ed oggi è la festa di tutti gli Italiani.
Con questo 2 giugno celebriamo la solidarietà, la vicinanza alle popolazioni dell'Emilia duramente colpite dal sisma. Ma quello che viviamo in questi giorni è un
terremoto infinito che fa tremare da mesi la casa degli italiani. Con scosse sull'economia per contrastare le quali servono senso dell'interesse generale, senso dello Stato, volontà di cambiamento in modo da far ripartire la crescita e rendere più giusta una società troppo squilibrata ed iniqua. E ancora altre scosse sulla vita pubblica che impongono volontà di riforme e di partecipazione, per rinnovare la politica e rafforzare la democrazia. Abbiamo bisogno di una politica che sappia condividere la vita dei cittadini, la quotidianità di persone che iniziano la loro giornata senza leggere gli editoriali e le chiacchiere dei giornali. Non fanno e non si chiedono questo, gli anziani che faticano a pagare l'ultima bolletta del mese con quello che resta della loro pensione, l'operaio che deve mettere insieme un lavoro che non lo soddisfa e il dovere di mandare avanti una famiglia, l'imprenditore che sbatte
la testa contro la burocrazia o l'artigiano e il commerciante che ha il dovere
di pagare le tasse ma ha anche il diritto di avere uno Stato che gli renda più
semplice la vita e lo consideri non un peso ma una risorsa.
Una politica sincera, pragmatica, ancorata ai suoi valori che consenta all'Italia di voltare pagina, uscire dalla crisi e guardare avanti.
Occorre maggiore sobrietà e rispetto dei problemi reali delle persone: su questo ci deve essere confronto, non su personalismi incomprensibili ai più.
Voltiamo pagina: la politica deve essere diversa e la nostra deve essere la società del rispetto, dell'apertura, del dialogo. Confrontiamoci sulle cose da fare, sull'impegno per le nostre città, sui bisogni delle tante persone in difficoltà. Rimbocchiamoci le
maniche. Occorre essere per la politica del fare, del realizzare, del costruire
qualcosa di migliore per le nostre comunità.
Un anno fa abbiamo inaugurato questa bellissima Piazza, recuperando la storia e proiettando Umbertide tra le città che meglio di altre hanno saputo valorizzare il suo centro storico e il suo patrimonio artistico e culturale, dando davvero il senso di comunità. Ecco, l'Italia deve recuperare in pieno il senso di un'appartenenza comune, il senso profondo di essere una Nazione, una Nazione unita, un solo Popolo, una sola  Comunità.
Una Nazione che ripudia la guerra e promuove la pace. Una Nazione che si riconosce nei suoi simboli. L'art. 12 della Costituzione a tal proposito afferma: "La bandiera della Repubblica è il Tricolore Italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di uguali dimensioni".

Viva la Repubblica, Viva l'Italia”.
 

Condividi