di Comitato RomaFirenze, Comitato di Terni, Comitato Bacino Gubbio, Comitato FCU Alto Tevere

Leggiamo con sorpresa e preoccupazione le recenti uscite del neonato Comitato pendolari di Orte, le cui posizioni ci appaiono estemporanee e improvvisate.

Il Comitato Pendolari RomaFirenze, insieme al Comitato di Terni, il Comitato Bacino Gubbio, il Comitato FCU Alto Tevere, da anni ormai si battono, coordinati, sul tema del pendolarismo interregionale e dell'utilizzo della linea Direttissima da parte dei treni a media percorrenza, unitamente a tutti i problemi legati ai ritardi, al sovraffollamento, alla sporcizia e  ai tempi di percorrenza. Più in generale, fin dal 2004, ci siamo sempre impegnati e mobilitati per lavorare con le istituzioni locali e nazionali e in collaborazione con gli altri comitati pendolari della tratta Roma/Firenze, per promuovere soluzioni integrate per tutti i territori interessati. Non a caso il Comitato RomaFirenze scelse, all'epoca, questo nome, che identifica l'intera linea, e non le esigenze particolari di singole stazioni.

In questa direzione siamo determinati a proseguire il nostro lavoro e a partecipare ai tavoli di discussione, sollecitando tutte le Regioni interessate (compresa la Regione Lazio che fino ad ora è mancata nella indispensabile cooperazione con le Regioni Umbria, Marche e Toscana) ed essendo aperti alla collaborazione con tutti gli altri comitati (compreso quello di Orte, di cui non eravamo neanche a conoscenza fino a cinque giorni fa e che, a nostra memoria, non ha mai partecipato a nessuna delle nostre comuni lotte).

Questa collaborazione si potrà svolgere tuttavia solo nell'ottica di una visione di sistema e di area vasta, come quella che ci ha sempre contraddistinto. Le modalità e la tipologia delle richieste avanzate dal Comitato di Orte, di cui la Regione Lazio ora si fa promotrice in una lettera all'assessore Rometti, ci appaiono fuori luogo e fuori tempo, soprattutto fortemente segnate da una visione federalista di basso profilo e di corto respiro, che non ci appartiene e che, anzi, peggiorerebbe il servizio per moltissimi pendolari.

In nessun caso potremmo mai sostenere tali soluzioni che, ad esempio, per concedere una fermata in più a Orte, vadano a scapito degli utenti di tutte le altre stazioni della tratta. Sarebbe questo il caso del treno IC 598 per il quale viene chiesta la fermata aggiuntiva. Si tratta di un treno che viaggia già al suo massimo limite di capienza e soprattutto con tempi di percorrenza già critici; un treno per il quale i pendolari umbri e toscani pagano già l'oneroso supplemento della carta tuttotreno, oltre l'abbonamento ordinario; un treno che è di fatto l'unica soluzione di ritorno accettabile in quella fascia oraria per gli utenti delle stazioni di Orvieto, Chiusi, Terontola e Arezzo. Né, tantomeno, potremmo sostenere la proposta dell’assessore del Lazio di far originare treni, a contratto di servizio dell’Umbria, a Roma Tiburtina. Già tempo fa ci siamo impegnati per scartare queste inaccettabile ipotesi e, se necessario, siamo pronti a farlo di nuovo.

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