ROMA - Se venisse confermata l'ipotesi dello sblocco delle aliquote delle addizionali regionali Irpef, prevista dal decreto sul fisco regionale, per oltre 22,5 milioni di contribuenti residenti in quelle Regioni che non applicano l'aliquota massima dell'1,4%, gia' da quest'anno, potrebbero scattare aumenti medi di 55 euro procapite (+19,7%). A questi contribuenti occorre aggiungerne ancora oltre 5,8 milioni, residenti nelle 4 regioni alle prese con l'extradeficit sanitario (Lazio, Molise, Campania, Calabria): per questi l'aumento, scattato gia' a partire dal 2010, anno in cui l'aliquota e' stata fissata all'1,7% (oltre il massimo consentito dalla legge) e' pari a 76 euro pro capite. E' quanto stima la Uil, attraverso l'elaborazione dei dati delle dichiarazioni fiscali presentate nel 2010.

Nel 2010 l'aliquota media applicata per l'Irpef regionale e' dell'1,22% e potrebbe arrivare all'1,46%, se tutte le Regioni applicassero gli aumenti consentiti nel 2011. Questi aumenti non sono teorici, ma potrebbero diventare una "realta'".

Per Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, infatti, "non si devono dimenticare i tagli dei trasferimenti alle Regioni, che hanno gia' prodotto aumenti dei biglietti sul trasporto pubblico, o i provvedimenti del Milleproroghe tra i quali la possibilita' per le Regioni colpite da calamita' naturali di aumentare l'addizionale regionale Irpef e l'accise regionale sui carburanti per autotrazione".

Tornando agli effetti dell'Irpef regionale, continua Loy, "l'aumento maggiore, in valore pro capite si avrebbe in Valle d'Aosta con 151 euro in piu' rispetto all'anno precedente, in Friuli Venezia Giulia con 114 euro; in Veneto e Toscana con 113 euro; a Trento e Bolzano con 105 euro; in Sardegna con 103 euro. Aumenti piu' contenuti si registrerebbero in Emilia Romagna con 28 euro pro capite; in Piemonte (35 euro); in Umbria (64 euro); in Liguria (71 euro); in Lombardia (77 euro). Il gettito per il 2010, nelle casse delle Regioni e' stato di oltre 8,5 miliardi di euro, che, secondo la Uil, potrebbe arrivare nel 2011 a oltre 10,3 miliardi di euro, con un aumento del 20,8% (1,7 miliardi di euro).

Attualmente, ricorda il sindacato, oltre alle 4 Regioni alle prese con il deficit nella sanita', sono 8 le Regioni che applicano la maggiorazione dell'aliquota, mentre 9 Regioni applicano la quota base dello 0,9%. Questi aumenti si aggiungerebbero a quelli possibili (52 euro medi pro capite) delle addizionali comunali Irpef.

"Sarebbe, dunque, opportuno", secondo Loy, "abbassare i costi della politica. Se le Regioni, inoltre, diminuissero del 20% le spese per il funzionamento delle Giunte e Consigli (per il 2010 ammontano a quasi 1,2 miliardi di euro) e si limitassero a una sobria gestione del funzionamento degli uffici regionali, si potrebbero risparmiare in totale 1,7 miliardi di euro, una somma sufficiente a evitare gli aumenti delle aliquote per il 2011".
 

Condividi