Nel dibattito sullo stop ai servizi della Fcu (Ferrovia centrale Umbra) rispunta quanto dichiarato dal direttore del servizio ferroviario di ‘Umbria Tpl e Mobilità spa’, Mauro Fagioli, lo scorso 3 luglio durante l’audizione in Seconda commissione del consiglio regionale, presieduta da Eros Brega.

In sostanza, come sintetizzava l’Agenzia di stampa del consiglio regionale, “durante la seduta, richiesta dai consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) e dal Gruppo consiliare della Lega nord, è emerso che la manutenzione della linea ferroviaria regionale è fortemente limitata dalla mancanza di stanziamenti per questo capitolo, nonostante i fondi che la Regione trasferisce alla società. La chiusura della tratta ex Fcu Perugia Ponte San Giovanni-S.Anna, i bassi limiti di velocità imposti ai convogli e la chiusura della linea tra Città di Castello e San Sepolcro sarebbero legati alla mancanza di manutenzione e al conseguente stato di degrado dell'infrastruttura”.

Insomma, la chiusura della tratta è derivata dalla mancanza di manutenzione, ordinaria e straordinaria. Tuttavia, in base alla legge 297 del 1978, la Regione trasferisce alla Fcu circa 2 milioni l’anno per la manutenzione ordinaria, per cui non è chiaro perché almeno questa non sia stata effettuata – o non sia stata realizzata adeguatamente - negli ultimi anni, fatto salvo il fatto che la linea della Fcu, come affermato in commissione dall’ingegner Fagioli, aveva problemi strutturali più profondi.

Fagioli, nella sua relazione in audizione, afferma che “normalmente, negli anni, abbiamo avuto a disposizione circa 2 milioni di euro all’anno per la manutenzione. La crisi economica e finanziaria dell’azienda ha portato, dal 2015, a non avere un livello sufficiente di manutenzione”. Da ciò, a prima vista, sembrerebbe che, negli ultimi anni, il fatto di non aver provveduto adeguatamente alla manutenzione sia dipeso dalla ‘crisi economica e finanziaria dell’azienda’, derivata in primo luogo dai crediti non saldati per i servizi svolti da Umbria Mobilità su Roma. Ma alcuni sosdtengono che i fondi che la Regione girava ogni anno – pur con qualche ritardo – alla Fcu per la manutenzione avessero un vincolo di destinazione, derivando da una legge dello Stato che erogava alla Regione quei soldi.

Insomma, si tratta di capire se quei fondi avessero o no un vincolo di destinazione e se questo, eventualmente, sia stato rispettato. Una questione importante che gli organi preposti dovrebbero chiarire bene, perché appunto è stata la mancanza di manutenzione, come afferma l’ingegner Fagioli, ad aver provocato lo stop ai servizi sulle tratte Fcu, che dovrebbero riprendere una volta effettuati i lavori radicali di adeguamento ma che al momento stanno provocando indubbi disagi per gli utenti, nonostante le misure adottate per garantire gli spostamenti attraverso gli autobus di Busitalia.

Insomma, le domanda sono: lo stop dei servizi sulla tratta Fcu si potevano evitare? I fondi per la manutenzione erano insufficienti di per sé, o comunque così insufficienti da provocare in pratica il quasi fermo delle manutenzioni, o sono diventati insufficienti a causa della crisi economica dell’azienda? Questo, che peraltro sembra venire fuori dalle parole di Fagioli (che riportiamo integralmente sotto offrendole così alla libera interpretazione di ognuno), in concreto cosa significa? Soprattutto se dovesse emergere che almeno i due milioni di euro annui erogati dalla Regione – che a sua volta li riceve dallo Stato centrale - avevano un vincolo di destinazione per la manutenzione ordinaria. Questioni che, nel dibattito che c’è stato in questi mesi, non sono adeguatamente emerse e sulle quali, senza ovviamente lanciare accuse verso nessuno, andrebbe fatta chiarezza anche per evitare discussioni inutili.

In altre parole, almeno la manutenzione ordinaria negli ultimi anni è stata fatta o no con i 2 milioni l’anno di euro? E se non fosse stata fatta, o non fosse stata fatta per l’intero importo erogato dalla Regione, quelle risorse si potevano destinare ad altro o bisognava rispettare un vincolo di destinazione? Infine, nell’ipotesi che emergesse che negli ultimi anni la manutenzione ordinaria non è stata fatta o è stata fatta in modo inadeguato rispetto alla risorse trasferite dalla Regione, la domanda è: facendo quelle manutenzione, al netto dei problemi di manutenzione straordinaria che aveva la Fcu, sarebbe stato ugualmente necessario stoppare tutto il servizio?

Anche di questo si parlerà questa sera (venerdì 17 novembre) alle ore 22,30 nella puntata di “Magazine” sul canale 11 – Trg del digitale terrestre, che è dedicata proprio alle questioni dei trasporti in Umbria. In studio, con il curatore della trasmissione Giuseppe Castellini, il segretario regionale della Filt – Cgil, Marco Bizzarri. Nella trasmissione, che dura mezz’ora, non si parlerà solo di Umbria Mobilità e della questione Fcu, vicenda sulla quale Bizzarri – che è molto preparato in tema di trasporti – traccia un quadro chiaro rispondendo alle sollecitazioni di Castellini, ma anche di aeroporto, E45 e della famosa querelle sulla stazione Media Etruria dell’Alta velocità.

“Magazine”, che è una delle produzioni di “Mediacountry – Tv di qualità per il territorio”, che realizza trasmissioni di servizio pubblico, tornerà nelle prossime settimane sulla questione trasporti, intervistando una serie di interlocutori. La trasmissione andrà in onda in replica, sempre sul canale 11 – Trg del digitale terrestre, domenica mattina alle ore 9,30.

Ed ecco, per orientarsi, una parte testuale delle dichiarazioni rilasciate dall’ingegner Fagioli nell’audizione in Seconda commissione del consiglio regionale:

LA RELAZIONE DI FAGIOLI

“Le manutenzioni vengono gestite da Umbria mobilità in base alla risorse che annualmente la Regione (35 milioni di euro) trasferisce per questa finalità. Sono circa 8 anni che non si fa manutenzione straordinaria e la linea ferroviaria è al limite della sopravvivenza. Normalmente, negli anni, abbiamo avuto a disposizione circa 2 milioni di euro all’anno per la manutenzione. La crisi economica e finanziaria dell’azienda ha portato, dal 2015, a non avere un livello sufficiente di manutenzione. Dal primo giugno al 31 dicembre 2016 abbiamo avuto 742 mila euro per la manutenzione di quell’anno, ma 450mila sono serviti per ottemperare a nuove prescrizioni del ministero dei Trasporti relativamente alla tratta Città di Castello-San Sepolcro. I restanti fondi sono stati destinati al taglio della vegetazione, che però non è stato ancora portato a termine. Nel 2017 sono stati spesi 39mila euro per acquistare barriere divisorie di cemento per chiudere 4 passaggi a livello a Perugia e San Sepolcro. Ad oggi non ci sono altri fondi per la manutenzione. I rallentamenti della linea sono il risultato di questa situazione, così come la chiusura della tratta tra Città di Castello - San Sepolcro, un degrado esteso che ha richiesto la riduzione della velocità su tutta la linea...”.

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