PERUGIA - Nella giornata di ieri, le organizzazioni sindacali  Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Fna Ugl e Orsa hanno incontrato la dirigenza di Umbria Mobilità spa, soggetto gestore della linea ferroviaria ex FCU, in merito all’annunciata sospensione del servizio commerciale prevista a partire dal giorno 13 settembre.

Dall'incontro sono emerse numerose criticità. Se da una parte - si afferma in una nota diramata dai sindacati al termine dell'incontro - appare chiaro il percorso a lungo termine, con il subentro di RFI come gestore della linea ed esecutore materiale dei lavori strutturali previsti (51 milioni di euro), dall’altra non possiamo girarci dall’altra parte rispetto a quanto sta avvenendo. Rimaniamo infatti convinti che la sospensione del servizio doveva e poteva essere evitata. 

Nella riunione di ieri la stessa Umbria Mobilità, per bocca del proprio Direttore di Esercizio, avrebbe ammesso che non si è effettuata manutenzione ciclica per anni e che anche quella ordinaria è stata sospesa da almeno due, per poi entrare in contraddizione con altri pezzi di dirigenza al momento in cui si è chiesto l’ammontare del budget stanziato per la manutenzione stessa.Lo stesso ha anche affermato addirittura che senza altri nove milioni di euro (che ad oggi non ci sono) di investimenti nella manutenzione corrente, non sarà comunque possibile riaprire la linea. Altro che rilancio della linea ferroviaria come affermato sui giornali…..

Per Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Fna Ugl e Orsa "Tali dichiarazioni prefigurano una condizione preoccupante, con responsabilità chiare delle dirigenze che si sono succedute e che noi come organizzazioni sindacali abbiamo spesso denunciato. Probabilmente se si fosse fatta la manutenzione corrente, si sarebbe evitata la chiusura e gli interventi strutturali previsti (51 milioni di euro, come già detto) sarebbero stati svolti in continuità di esercizio. Chiediamo pertanto che per una volta i responsabili di tale situazione ne rispondano, poiché a pagare altrimenti sono solo i cittadini umbri e i lavoratori di Umbria Mobilità e Busitalia (capistazione, macchinisti e Capitreni), con cui si fatica a trovare una soluzione rispetto al ricollocamento".

"Come organizzazioni sindacali - conclude la nota -, col senso di responsabilità che ci contraddistingue, chiediamo che, senza spreco di soldi umbri, si provveda a fare quello che non si è fatto fin ora, e cioè effettuare quella poca manutenzione che permetterebbe di mantenere in esercizio almeno la tratta Nord, importante per la mobilità regionale. Tale scelta permetterebbe di non privare la regione del treno, songiurerebbe il depauperarsi del know how del personale ferroviario e garantirebbe un impatto occupazionale ridotto. A sostegno di quanto sopra chiesto, organizzeremo il giorno 13 settembre un presidio sotto i palazzi della politica regionale Umbra".

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