La fauna umbra cresce: il punto dell'assessore Cecchini a S. Vito in Monte
SAN VITO IN MONTE (PERUGIA) - L’obiettivo del ripopolamento, in grado di rispondere al fabbisogno regionale, è fissato a 20 mila fagiani: nel 2011, rispetto ai 6mila 951 del 2009 e agli 8 mila 600 dello scorso anno, saranno 12 mila i fagiani messi a disposizione dal Centro di Produzione Selvaggina di San Vito in Monte (nell’Ambito Territoriale di Caccia n. 3 del Ternano – Orvietano).
Ma 20 mila fagiani di buona qualità, fatti crescere cioè in condizioni ben diverse da quelle dell’allevamento intensivo e tali da non allontanarsi molto dalla vita selvatica, sono un obiettivo alla portata del Centro e delle sue potenzialità produttive, a patto che vengano realizzate tutte le strutture necessarie, da un aumento del numero delle voliere e delle incubatrici al miglioramento della prevenzione igienico-sanitaria.
È quanto hanno sottolineato i responsabili del centro e i rappresentanti dei tre Ambiti Territoriali per la Caccia (gli “Atc” di Perugia 1 e 2 e l’‘Atc’ di Terni) all’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini, che si è recata in visita alle strutture di ripopolamento di San Vito, accompagnata dall’assessore alla caccia del Comune di Terni Filippo Beco e da Valentino Rocchigiani della Comunità Montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte. Il numero delle lepri (da distribuire anch’esse, come i fagiani, fra i tre Ambiti Territoriali caccia per le operazioni di ripopolamento dei rispettivi territori) si attesta sui 400 capi annui.
“Il ripopolamento della selvaggina è un obiettivo importante per la qualità del territorio – ha detto l’assessore Cecchini -, e su questa strada la Regione si è fortemente impegnata, con recenti finanziamenti che hanno consentito l’ampliamento e il potenziamento del Centro di San Vito, dove accanto alla qualità particolare attenzione viene riservata al benessere degli animali”. Le opere realizzate hanno riguardato l’ampliamento delle voliere di “finissaggio” e “parchetti riproduttori” per i fagiani. Una nuova struttura per ospitare le incubatrici e lo “sfreddamento” dei pulcini, già finanziata, sarà completata entro il prossimo autunno. In fase istruttoria tecnico-amministrativa si trova il finanziamento per una ulteriore voliera di circa 9 mila metri quadrati, che – sottolineano i responsabili del centro – permetterà di ottimizzare lo spazio utilizzato per il finissaggio.
“Realizzando tutte le strutture necessarie – hanno sottolineato i responsabili del Centro -, l’Umbria può diventare un modello nazionale per quanto riguarda la produzione e la gestione della selvaggina da ripopolamento”. Una produzione che – si fa notare – segue rigidi protocolli, attraverso l’adozione di specifiche procedure di allevamento che ne garantiscono la “selvaticità” e la qualità, limitando al massimo il contatto con l’uomo. La selvaggina viene tenuta costantemente sotto controllo sanitario, per prevenire possibili patologie. Il potenziamento delle strutture finanziate dalla Regione ha come obiettivo – spiegano – quello di “raddoppiare l’attuale produzione di fagiani, garantendone un elevato livello qualitativo”.
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