PERUGIA - “La Regione Umbria ha dedicato e continua a dedicare attenzione alle necessità delle famiglie, anche attraverso azioni di sostegno mirate a dare risposte alle varie esigenze. Già dal 2008 sono stati previsti interventi sociali specifici a favore dei nuclei familiari numerosi nell’ambito delle risorse del Fondo nazionale per la Famiglia trasferite alla Regioni”.

E’ quanto afferma la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari precisando che “la Regione Umbria ha trasferito ai Comuni delle Zone sociali 1milione098.838 euro, per attuare interventi per le famiglie con un numero di figli pari o superiore a quattro, volti all’abbattimento dei costi dei servizi, quali la tariffa/tassa sui rifiuti solidi urbani, costi per il trasporto scolastico, per i libri di testo della scuola dell’obbligo (media inferiore), per la mensa scolastica, per l’attività extrascolastica educativa, artistica, motoria e sportiva dei figli”. L’intervento prevedeva un diverso ammontare di aiuto a seconda dell’ISEE: con un ISEE da 0,00 a 25.000,00 veniva previsto una copertura di servizi pari a 200 euro per nucleo familiare, mentre con un ISEE da 25.001 a 40.000 la copertura era di 100 euro per nucleo familiare. “In base ai criteri stabili dalla Regione i Comuni hanno emanato bandi e avvisi – ha precisato Casciari - ma, essendo le famiglie numerose solo l’uno per cento dei nuclei famigliari residenti in Umbria, le risorse regionali messe disposizione non sono state completamente utilizzate per mancanza di richiesta da parte del target di riferimento. Pertanto la Regione ha ritenuto opportuno autorizzare i Comuni ad utilizzare tali risorse residue per gli interventi assistenziali a favore delle famiglie senza vincoli di reddito e di composizione famigliare e anagrafico”.

In riferimento alle dichiarazioni dei coordinatori regionali e provinciali dell’Associazione nazionale famiglie numerose che denunciavano incongruenze penalizzanti del regolamento attuativo della legge regionale 13/2010, la vicepresidente precisa:”Appare pretestuoso e poco coerente associare e gli interventi a favore delle famiglie numerose con l’intervento previsto per le famiglie vulnerabili ai sensi dell’art. 7 della legge regionale 13/2010, che prevede invece un sostegno a quelle famiglie umbre che da un punto di vista reddituale si collocano tra le ‘famiglie normali’ che, per una serie di fattori, che vanno dalla malattia o non autosufficienza di un componente della stessa, alla perdita del lavoro o alla riduzione di una situazione di precarietà lavorativa, alla scomposizione del nucleo familiare, potrebbero scivolare nel disagio ovvero in una situazione di povertà”.

In pratica – prosegue - tale target, che ricomprende famiglie di ceto medio-basso che si trovano nell’impossibilità di far fronte a una spesa imprevista di circa 700 euro, è quello che a causa dall’attuale crisi economica, è trascinato verso una riduzione o perdita di reddito e va a costituire la nuova emergenza sociale. L’intervento regionale per le famiglie vulnerabili, pertanto, non si pone come un intervento di carattere assistenzialistico, ma vuole prevenire sul nascere una situazione di difficoltà e favorire la continuità di una vita autonoma dal punto di vista economico della famiglia.

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