Il famigerato Statuto d'Ateneo
PERUGIA - Si sono avvicendati negli ultimi giorni imbarazzanti comunicati stampa, opinioni varie ed eventuali, ma alla fine qualcuno ha capito davvero cosa sia successo? Qualcuno ha capito cosa sia stato fatto durante la commissione che redigeva lo statuto? E, cosa più importante di tutte, qualcuno ha davvero capito cosa “significhi” lo statuto?
Cercheremo di rispondere a queste domande e di ricostruire il percorso di redazione grazie all'ausilio dei verbali della commissione, delle dichiarazioni dei commissari e quelle di vari Senatori.
La commissione per lo statuto ha lavorato senza pubblicare i verbali. Questo è assurdo. In un momento di grande cambiamento, come quello che stiamo vivendo, sarebbe stato necessario non solo pubblicarli, ma addirittura convocare periodicamente delle assemblee generali d'Ateneo aperte a tutte le componenti interne ed esterne all'Università: questo è quello che ha dichiarato durante varie commissioni il Rappresentante degli Studenti designato dall'area di Sinistra Federico Fratini.
E' la stessa Legge Gelmini che disegna un assetto di Governance poco democratico in cui all'autodeterminazione della comunità accademica si va a sostituire una gestione di tipo manageriale: non a caso i poteri vengono concentrati nel CDA e viene imposto l'ingresso di esterni all'interno del suddetto.
Innumerevoli sono state le manifestazioni di dissenso nei confronti del DDL Gelmini a cui tutta la componente di Rappresentanza di Sinistra ha partecipato negli anni scorsi, quindi il punto critico in sé è da sempre noto.
Se però andiamo al lato pratico della faccenda vediamo come, nel Dicembre 2010, la legge è stata approvata e a Gennaio è entrata in vigore: di fronte a questo dato di fatto le Rappresentanze della Sinistra hanno scelto di non rimanere passive, pronte solamente a criticare qualsiasi cosa uscisse dalla commissione, ma si sono impegnate concretamente per far sì che nella fase di attuazione non si scaricassero tutte le criticità della Riforma sulle categorie più deboli, in particolar modo sugli studenti.
Federico Fratini, rappresentante in commissione statuto è stato sempre favorevole in merito ad un Consiglio d'Amministrazione elettivo o comunque con un sistema di Governance differente dall'attuale come si può facilmente dedurre dal verbale 10 del 7 Giugno 2011 da cui risulta come l'attuale modello di Governance sia stato "approvato a maggioranza con 9 voti favorevoli, 4 voti contrari del Prof. Volpi, del Dott. Proietti, del Sig. Fratini e della Prof.ssa Pampanini e 2 astensioni del Dott. Guidetti e del Sig. Turriziani (Rappresente degli studenti dell'area di Destra)".
Oltre a quanto già detto è essenziale mettere in evidenza i punti che riguardano gli studenti e i loro rappresentanti per capire cosa significherà vivere nell'Unipg post.statuto.
Due membri su dieci in CDA sono studenti, differentemente da altri Atenei. La percentuale studentesca è pari al 20%, non il 15% che è la quota dovuta per legge, questo significa che gli studenti avranno più rappresentanza ora che nel periodo preriforma. Al tempo stesso i membri non saranno 11 perché avrebbe voluto dire inserire il terzo membro esterno, cosa decisamente negativa secondo tutte le parti in causa. Tutto questo grazie alla Rappresentanza studentesca che si è impegnata in tal senso.
Due membri su nove nel Nucleo di Valutazione saranno studenti. Il principio della “valutazione”, elemento base della Riforma, passa da quest'organo che diviene così fondamentale per la gestione dell'Ateneo: agli studenti viene riconosciuto un peso pari al 20% proprio per l'importanza che assumono in merito alla valutazione della didattica.
Riforma del consiglio degli studenti con elezione diretta dei Senatori e Consiglieri d'Amministrazione degli studenti: basta “accordini” post-elettorali fra liste/associazioni che non si dichiarano per quello che sono e che fanno “trasformismi” inaccettabili.
Carta dei Diritti degli Studenti: verrà adottata in seconda istanza dal Senato, ma in primis la scrive e la può modificare solo il consiglio degli studenti. Una Carta “rivoluzionaria” che andrà a rendere noti ed efficaci tutti i diritti della parte studentesca (numero di appelli d'esame, etc.).
Visto che tutto ciò è evidentemente migliorativo rispetto alla situazione attuale verrebbe da chiedersi cosa significhino frasi come “limitare la rappresentanza degli studenti”, “la scarsa opposizione di associazioni di sinistra” o dichiarazioni analoghe di giovanili o associazioni studentesche.
In aggiunta a quanto già detto di non meno rilievo è la questione del possibile commissariamento da parte del Ministero: se lo Statuto non fosse stato ratificato, i termini di tempo sarebbero scaduti e, di certo, un intervento ministeriale sarebbe stato dannoso, peggiorativo e decisamente dagli esiti improponibili.
Il Senatore Fratini ha ribadito, nella sua dichiarazione di voto quali fossero le perplessità e le problematiche che lo Statuto mantiene: “la Legge Gelmini in sé e sbagliata e di certo non si puo' pretendere che uno Statuto che ne è applicazione sia migliorativo della legge stessa, certo è che con l 'impegno e la presenza costante siamo riusciti a garantire la tutela della componente studentesca”.
La Senatrice Aurora Caporali ha poi aggiunto: “è ovvio che i problemi relativi alla non elettività, più volte da me sollevati, rimangono, ma riconosco l'effettiva tutela della componente studentesca che sono chiamata a rappresentare”.
Era possibile uno statuto diverso? Ovviamente sì. Migliore? Probabilmente. Era possibile uno Statuto che contravvenisse o migliorasse la perniciosa Legge Gelmini? No di certo! Chiunque abbia preteso, possa pretendere o desideri una cosa del genere credo sia da considerarsi, e lo dico con una certa amarezza, un sognatore fuori dal tempo: il problema è che chi si è dovuto scontare con la realtà ha avuto poca agibilità d'immaginazione.
Ripensamenti e vicissitudini associative sono rimbalzate per tutto il “web perugino”, le considerazioni a posteriori sono state moltissime, immagino sarebbe stato apprezzabile avere contributi politici in fieri, ma si sa che spesso le cose vanno così.
Il Famigerato Statuto è stato votato, aspettiamo la risposta dal Ministero, sarebbe grottesco vederlo respinto perché “troppo aperto alla componente studentesca”.. una battuta così, giusto per non perdere almeno lo spirito ironico...
Lunedì
17/10/11
09:11
Venduti al miglior offerente...
Lunedì
17/10/11
09:26
Mi rammarica leggere che lei è convinto che Umbrialeft.it si possa vendere al miglior offerente, è semplicemente una pluralità di opinioni quella che pubblichiamo senza censura e senza commenti.
Alla prossima
Armando Allegretti
Lunedì
17/10/11
10:01
I verbali della Commissione Statuto, almeno, sono stati pubblicati dalla rappresentanza dei ricercatori su:
http://futurounipg.wordpress.com/verbali-della-commissione-statuto
Lunedì
17/10/11
10:49
Caro Fratini,
non discuterò del merito delle questioni relative alle scelte compiute dalla commissione statuto. Vorrei, invece, soffermarmi su un punto di merito: nel richiamare le posizioni da lei sostenute (e le vittorie conseguite) nella redazione dello statuto, lei rivendica solo ed esclusivamente le questioni che, ai suoi occhi, riguardano "gli studenti" (con prevalenza per la componente studentesca negli organi di governo: quanti, come e perchè). Da questo punto di vista, si tratta di un atteggiamento abbastanza diffuso, per cui i rapp. del personale TIA sono intervenuti e si sono accalorati per le disposizioni relative alla rappresentanza del personale TIA, i ricercatori AVREBBERO DOVUTO occuparsi solo della difesa dei ricercatori (e quando non lo hanno fatto, o hanno tentato di occuparsi di questioni generali, ciò ha stupito i più...) i docenti di tutto il resto, il direttore amministrativo dell'amministrazione, e così via andando...
Mi pare evidente che questo modo di procedere ha contribuito enormemente a rendere asfittico il dibattito, ed ha favorito soluzioni di compromesso al ribasso basate sul do ut des, tutte centrate sulla tenuta delle prerogative delle varie "componenti" del corpo accademico (ognuno impegnato solo ed esclusivamente a difendere il proprio "orticello").
Resta una domanda: ma dell'interesse generale, chi se ne è occupato? Chi si è preso a cuore le questioni davvero importanti (qualità della didattica e della ricerca; amministrazione universitaria effieciente; responsabilità verso la comunità)? chi ha impostato un discorso veramente sistematico, che tenesse conto di tutte le questioni sul tappeto, e non soltanto del proprio particolare?
Praticamente nessuno. Anzi, chi ci ha provato è stato da subito emarginato e tacciato di "resistente" "duro e puro" "radicale"...
Come stupirsi del risultato?
Lunedì
17/10/11
11:46
Divide et impera! (ottimo commento)
Martedì
18/10/11
08:52
Io mi riferivo alla rappresentanza studentesca comunque, non capisco cosa c'entri umbrialeft.