Al Sindaco e alla Giunta non è dunque bastato l'aver perso faccia e denti nel consiglio comunale di venerdì 30 settembre. Come se in quella seduta priva di numero legale non fosse successo nulla, non smentiscono la loro visione surreale della realtà e dei fatti ed anzichè parlare di questi e dei loro perchè, si gettano a commentare le notizie apparse sulla stampa, come se solo a queste si debba una risposta e non invece al consiglio comunale ed alla Città sulla situazione di crisi che sta travolgendo l'Amministrazione comunale.
E così si sono affrettati a farci sapere che sull'ex consorzio non molleranno l'osso, il progetto va bene così come l'hanno concordato con la società che c'investe e pertanto si andrà avanti comunque, a tappe forzate. Contemporaneamente, con la stessa nota danno il via alla solita campagna di persuasione utilizzando il feticcio di sempre, lo sviluppo, e gli argomenti consueti di corredo, dieci milioni di investimento e un centinaio di posti di lavoro. A queste squillanti trombe sono immediatamente seguite quelle delle cavallerie di complemento di PDL e TUPG, ridotti a pappagalli che si muovono a comando, difendono l’indifendibile e costretti essi stessi a degli insopportabili mal di pancia.

La campagna del Sindaco e della Giunta fa il paio con quella di chi in questi giorno si sta prodigando a “sensibilizzare” e ad allarmare banche, collaboratori, imprese in subappalto, fornitori, maestranze per attivare una pressione nei confronti di una Città che a pelle si sente ostile non già all'investimento, ma al suo oggetto. E qual è l'oggetto di tutte queste premure propagandistiche? L'ennesimo centro commerciale naturalmente, con il solito supermercato, il sesto in una realtà di poco più di 16 mila abitanti scarsi, il settimo se si considerano quelli a tema. E' un canto del cigno quello del Sindaco e della Giunta fatto apposta per assecondare quella che per come è stata concepita e per come avrebbe preso le mosse si pone di fatto come una speculazione edilizia ed immobiliare in piena regola che drogherebbe ulteriormente il mercato, sconvolgerebbe ulteriormente i già precarissimi equilibri del settore, dissesterebbe definitivamente le attività del centro storico, ma non solo, e si ribalterebbe nell'esatto contrario di ciò che chiamano sviluppo per Gualdo.

Sarà dunque necessaria nelle prossime settimane una grande operazione verità per replicare ad argomentazioni di facile consenso, ma bugiarde nelle premesse, nei risvolti e nelle conseguenze.
Avrebbero voluto far passare un progetto simile in virtù di una procedura semplificatissima, un piano attuativo di iniziativa pubblico-privata, presentato a scatola chiusa ed impermeabile a qualsivoglia discussione di merito di natura urbanistica, economica e sociale, così come avevamo abbondantemente e per tempo denunciato. Se il gioco non è riuscito, rischiando oggi di compromettere un investimento comunque vitale che va salvato ed un progetto che va corretto e modificato coniugando sviluppo e sostenibilità sociale, l'unica responsabilità è di un Sindaco e di una Giunta che il trenta settembre, dopo aver perso i denti col numero legale fattogli mancare dalla sua stessa maggioranza, hanno avuto anche la faccia tosta di chiedere supporto alle opposizioni, nonostante queste siano state accuratamente tenute all'oscuro di tutto fino all'ultimo e nonostante nei loro confronti non vi sia stata alcuna disponibilità a raccogliere sollecitazione alcuna o a discutere soluzioni alternative di destinazione, pur avendole, noi di Sinistra per Gualdo in particolare, proposte pubblicamente.

Serviva infatti un approfondimento anche sul versante del ritorno pubblico di un'operazione che oggi dovrà giustamente passare per la procedura più complessa - e più partecipata - della variante al piano regolatore generale e che non si può certo appiattire sulla ridicola megalomania di un auditorium consegnato al grezzo su cui il Comune dovrà spendere centinaia di migliaia di euro che non ha e la cui gestione sarà di una difficoltà che rasenta la follia e che parte già fallita.
In questo brutto contesto, si segnalano lo strano via libera concesso senza se e senza ma dalla locale Confcommercio in altri frangenti ben altrimenti disposta nonostante il diversamente lungo e complesso percorso di disamina e di partecipazione e, sul piano politico, l'adesione incondizionata di Tutti uniti per Gualdo con un assessore Vitali che smentisce clamorosamente se stessa e le sue precedenti dichiarazioni pubbliche rese qui e là sui social network. Non crediamo che agli elettori di TupG o dello stesso centro destra sia piaciuto questo stravolgimento di un programma elettorale che non contemplava certo la realizzazione di un altro centro commerciale, ma osteggiava radicalmente ed esplicitamente proprio il modello di sviluppo fondato sulla proliferazione invasiva delle grandi strutture di vendita.

La fregola che ha preso ad un Sindaco e ad una Giunta senza faccia e senza denti è irriverente nei confronti del consiglio comunale e della Città ed accondiscendente nei confronti degli imprenditori che hanno già lavato il loro capo di fronte a tutti il 30 settembre per manifesta incapacità a fare e a tutelare i loro interessi: la gatta presciolosa fa i gattini ciechi e nel caso di una conferma sic et simpliciter del progetto sull'ex consorzio li farà anche storpi. Confidiamo a tal punto che il consiglio comunale in carica saprà far valere le sue prerogative in materia di politica urbanistica che consideriamo la nota del Sindaco e della Giunta più come un attestato di fedeltà agli imprenditori che come una convinta volontà di realizzare il progetto ad ogni costo, compreso quello di sbattere ancora una volta il muso a dispetto della volontà generalizzata di un'intera Città.

Nel contesto di un'ennesima crisi di maggioranza nata proprio su questa questione, la sfida del Sindaco e della Giunta, se dovesse proseguire su questa linea, sarebbe persa in partenza e determinerebbe la loro fine. La verità è che hanno sentito puzza di elezioni e la sfida sdentata di Morroni e dei suoi ha tutto il sapore di una cambiale firmata a futura memoria proprio agli imprenditori impegnati in questo investimento: l'arrendevole svenevolezza con cui il Sindaco e la Giunta si rivolgono ad essi sembra proprio dire ricordatevi di noi, noi siamo quelli che vogliono consegnarvi le chiavi della Città ed in cambio si accontenteranno solo di sognare il mecenatismo di un nuovo Rinascimento gualdese che si renderà possibile grazie alle briciole da voi donate per gli spettacoli d'estate, quelli che ci consentono di fare vetrina. Concedeteci la vostra gratitudine quando sarà il momento e quando ne avremo bisogno per evitare che i cosacchi tornino in Piazza Martiri e vi esproprino beni e patrimoni.

Noi, anche per evitare i brutti errori del passato ed al contrario degli yes men che attualmente amministrano la cosa pubblica a Gualdo, così proni ai poterini forti locali, crediamo che l'investimento debba essere sì salvaguardato, ma vada indirizzato verso obiettivi che garantiscano contemporaneamente redditività commisurata al rischio d'impresa, occupazione e sviluppo sostenibile nell'interesse generale di tutti i gualdesi. E perciò non siamo disposti a consegnare una delle ultime opportunità di recupero del tessuto urbanistico della nostra Città e di sviluppo locale ad un comitato d'affari, anche perchè nel frangente è inevitabile e strategico il ruolo di un Comune che è proprietario di una parte dell'area interessata dall'intervento, essenziale alla sua programmazione ed al suo buon fine. Siamo convinti, a differenza di un Sindaco e di una Giunta appecoronati sulle sole mire speculative, che per Gualdo è possibile e necessario ragionare di una soluzione migliore tale da coniugare la giusta remunerazione del profitto d'impresa con il bene comune di tutti i cittadini e tale da prefigurare un altro modello di sviluppo che non sia quello fallimentare fondato sull'alleanza rendita patrimoniale ed immobiliare-costruttori-centri commerciali.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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