“Le Industrie metallurgiche di Spoleto (Ims) saranno in grado di ripristinare il loro normale ciclo produttivo senza ricorrere alla cassa integrazione guadagni?” Questa ed altre domande sul futuro dell'azienda sono contenute nell'interrogazione del consigliere Franco Zaffini (Fare Italia) alla quale, durante i lavori della Seconda commissione del Consiglio regionale fissata per venerdì, risponderà l'assessore regionale Vincenzo Riommi. “In che misura l’amministrazione regionale si sia interessata alla vicenda dell’azienda metallurgica di Spoleto – dice Zaffini – è ancora da comprendere. La sensazione è quella di una linea politico-amministrativa assente, che subisce passivamente la crisi e le diverse decisioni aziendali, come se la tutela dei lavoratori, nonché dell’intero comparto produttivo umbro, non rientrasse tra le competenze della Regione”.

Nella sua interrogazione, l’esponente di centrodestra ricorda inoltre che “già in precedenza l’Inps ha sollecitato un maggiore controllo sul ricorso alla cassa integrazione, strumento che tra le aziende umbre sembra avere assunto il carattere di prassi ordinaria”. “I dati regionali – spiega il consigliere regionale – sono da prendere in seria considerazione: nel 2011, rispetto al 2010, il ricorso alla cassa integrazione ha fatto
registrare un incremento del 9 per cento, in sensibile controtendenza con la media nazionale, considerevolmente calo con un – 19,33 per cento. In particolare sono aumentati sono gli strumenti di cassa integrazione straordinaria (+15,33 per cento) e in deroga (+21,72 per cento). Occorre quindi verificare se siano chiare, definite e circostanziate le criticità aziendali che hanno portato la ‘Ex –Pozzi’ ad attivare gli
ammortizzatori sociali per i propri dipendenti e come la Regione intenda contribuire per porre rimedio all’ennesima azienda a rischio chiusura in Umbria”.

Con l'atto ispettivo il consigliere d’opposizione chiede, inoltre, “che Sviluppumbria giochi un ruolo fondamentale nella partita della Ims, caldeggiando un tavolo di confronto che metta in atto una strategia finalizzata a scongiurare il collasso dell’azienda e, di conseguenza, dei trecento dipendenti, delle loro famiglie e di un intero territorio. Visto che siamo dotati di una società in house che, in teoria, dovrebbe provvedere alla promozione dello sviluppo economico della regione e che tra le sue finalità vi è anche quella di porre in essere attività preventive per evitare crisi settoriali e aziendali – afferma Zaffini –, ritengo che
questa debba svolgere un ruolo di primo piano, insieme all’Amministrazione regionale e comunale di Spoleto, nella pianificazione di un programma di salvataggio e di recupero di competitività per l’azienda. Questo – conclude – sempre che Sviluppumbria serva a qualcosa e non sia, invece, il solito carrozzone della politica”.

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