Rimodulazione dell'accordo di programma che disciplina gli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi Merloni in modo da permettere anche alle piccole e medie imprese di poter usufruire dei finanziamenti previsti dalla legge 181 (35 milioni suddivisi tra Umbria e Marche). Sostanzialmente è necessaria una strumentazione più flessibile e risposte più celeri verso quelle imprese interessate ad investire e che oggi devono attendere oltre un anno per sapere se il progetto verrà o meno finanziato. È quanto emerso stamani dall'audizione in Seconda Commissione dell'assessorato regionale allo Sviluppo economico (presente il dirigente Luigi Rossetti) e Sviluppumbria, rappresentata dal direttore generale Vinicio Bottacchiari. L'incontro era stato chiesto al presidente della Commissione, Gianfranco Chiacchieroni, dal capogruppo Udc, Sandra Monacelli e auspicato, come lo stesso presidente ha tenuto a sottolineare, dai sindaci dell'area.

Ed è stato proprio Bottacchiari ad evidenziare come il sostegno alle piccole e medie imprese, previsto dalla legge 181 preveda una “strumentazione inutilizzabile perché prevede garanzie troppo elevate da parte degli investitori. La soglia minima di convenienza dell'investimento si aggira sui 2 milioni di euro. Sono oltre 60 le imprese interessate ad investire sull'area, ma le loro esigenze non si incrociano con la strumentazione attuale”.

Sulla modifica delle direttive contenute nella legge 181 si è detto ottimista il dirigente regionale Rossetti che ha fatto sapere di aver incontrato ieri a Roma, insieme al suo collega marchigiano, importanti rappresentanti del ministero allo Sviluppo economico e di aver trovato una “atteggiamento di estrema disponibilità” nel senso di voler approfondire i punti di criticità contenuti nella legge.

Rispondendo ad una domanda del consigliere regionale Gianluca Cirignoni (Lega Nord) sul ruolo di Gepafin in questa vicenda, Rossetti, dopo averne rimarcato una “funzione complementare e marginale”, ha sottolineato l'importanza di “creare immediati supporti alle imprese interessate agli investimenti anche attraverso l'operatività del fondo rotativo per gli investimenti presso la Cassa depositi e prestiti”.

Nel corso dell'audizione è stato anche ricordato, con preoccupazione, che il prossimo 28 maggio il Tribunale di Ancona emetterà sentenza circa il ricorso delle banche creditrici in merito all'assegnazione del sito. Tuttavia è stato rimarcato come anche nel caso di accoglimento del ricorso la parte finanziaria della legge 181 rimarrebbe comunque invariata.

A margine dell'incontro, dove i consiglieri presenti hanno espresso la loro preoccupazione, Monacelli ha voluto rimarcare come “gli strumenti previsti nell'accordo di programma si sono dimostrati completamente inadeguati. Va rimodulata la modalità di accesso per l'ottenimento dei finanziamenti. Ci troviamo di fronte – ha detto - ad una evidente contraddizione: da un lato ci sono le piccole e medie imprese locali che chiedono di poter investire, dall'altro ci sono strumenti eccessivamente rigidi che non mettono a disposizione risorse stanziate a sostegno del rilancio economico. Sono necessarie risposte legislative immediate, e su questo la Regione è chiamata ad intervenire con urgenza”. Per il presidente Chiacchieroni “dall'audizione è emersa la necessità di rimodulare l'accordo di programma, come del resto, da tempo, ci stanno ripetendo i sindaci del territorio e le forze imprenditoriali. Buono il lavoro che ha portato avanti Sviluppumbria che ha incontrato 60 imprese con progetti interessanti”.

Condividi