I dati pubblicati dal Rapporto Eurispes non lasciano margini a interpretazioni minimizzatrici.  Il 53,5% degli italiani afferma infatti di non essere più in grado di sostenere il proprio nucleo familiare. Al centro di questa tragedia sociale sta la questione salariale, con stipendi che ormai non consentono di vivere nemmeno a chi ha la "fortuna" di averne uno. Il 61,3% dei lavoratori dipendenti riferisce che l'attuale occupazione non permette di sostenere spese importanti quali l'accensione di un mutuo o l'acquisto di un'automobile. Un quadro micidiale che trasforma i pensionati anziani in "welfare di riserva" per i lavoratori in attività. Quasi il 30% dei lavoratori infatti è costretto a chiedere aiuto ai genitori.

 

Dal Rapporto emerge anche che, in questa situazione ai limiti delle possibilità di sopravvivenza, si moltiplicano i rapporti tipicamente clientelari. Il 21% degli intervistati rivela di esser  ricorso a una raccomandazione per trovare un lavoro. Solo il 9,1% c'è riuscito rivolgendosi a un Centro per l'impiego (4%) o a un'Agenzia per il lavoro (5,1%). Ma è il potere d'acquisto il centro dell'attenzione: solo il 4,4% riferisce di non aver subito una riduzione dei consumi. I due terzi sono convinti che non riusciranno a risparmiare nulla nel corso dell'anno, e che anzi dobranno intaccare i risparmi per tirare avanti.

 

La stessa percentuale, in effetti, lamenta il crescente peso delle tasse, oltre che dell'inflazione. Per il 41,7% nel 2012 l'incremento è stato molto forte (l'Imu). Ovviamente cambiano anche le abitudini di vita. La maggior parte delle famiglie ha ridotto le "uscite fuori casa"  (addirittura il 91,8%). E quasi un quinto è stato invece costretto a vendere i gioielli di famiglia rivolgendosi ai "compro oro" spuntati un po' dappertutto.

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