di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Il blu come colore dominante. Come il mare, come il cielo. A rammentare l'infinito che ci circonda e il finito, in massima parte, però, da scoprire, che orbita dentro di noi. 
Risulta profondamente suggestiva la personale di Anna Lepri - "Al di là del sogno", il titolo - ospitata al, non a caso, "Blueside Emotional Design" nel numero civico 39 di via Oberdan, sull'acropoli. Coincidenza, ulteriore, incredibile: l'esposizione si tiene nel palazzo dirimpetto al quale, nel dopoguerra, ha visto la prima luce, proprio il padre della pittrice, Bruno.
Partita dal figurativo, l'artista è approdata all'astrattismo con lavori che, come affermano i critici d'arte, mostrano "l'invisibile che è nel visibile". E viceversa.
La Lepri, in occasione del vernissage - la mostra, iniziata il 21 settembre rimarrà aperta fino al 30 ottobre - ha chiarito di non voler fornire una spiegazione del significato delle proprie opere, invitando, piuttosto, lo spettatore a cercarla, questa significanza, da solo. "Interpretatelo voi!", il suggerimento. Sorta di "conosci te stesso" socratico.
Dalle parole pronunciate dall'artista - donna "dall'intelligenza emotiva" come ha rivelato lapresentatrice dell'evento ed autodidatta in pittura (quale professione svolge l'attività di fisiatria) come ha rivelato il critico d'arte e letterato Luciano Lepri - ognuno di noi dovrebbe esercitarsi nell'arte, difficile certo, di "andare oltre", di distaccarsi dal quotidiano, dalla routine, dalla materialità, per raggiungere, quando possibile, i territori dello spirito. Un invito a spezzare le catene, di qualsiasi specie siano, che ci avvincono per spiegare le ali e volare via.
A spiegazione del titolo della mostra ("Al di là del sogno") la Lepri ha raccontato un episodio. Alcuni mesi fa un suo paziente, Alessio - cieco, quasi completamente sordo (percepiva i suoni solamente da un orecchio) e paralizzato a letto - mentre lei si stava lamentando di non poter fare vacanze al mare perché non aveva alcuno che l'accompagnasse, lui le aveva detto "Tranquilla: ti ci accompagno io". 
Alessio - che ora purtroppo non è più nel mondo dei vivi - con quelle parole era andato, ed aveva invitato Anna a fare altrettanto, al di fuori del reale, del contingente e le aveva suggerito di balzare "oltre". Sopra e lontano dai condizionamenti, fisici o di altro genere, che l'esistenza, di per se stessa, pone.
La potenza del colore - il blu (ma non solo) -, che sprigiona dalle tele della Lepri - ha già esposto le proprie opere, ma per la prima volta è a Perugia - possono davvero sollecitare al grande salto. L'arte, pittura o poesia, scultura o letteratura, musica o recitazione, rappresenta una liberazione. Quale riflessione di come talvolta, ci si lasci influenzare, scioccamente, da oggetti o avvenimenti del tutto minori e materiali, quando ci si potrebbe librare con l'immaginazione "Al di là del sogno". Perché l'artista - poeta, pittore, musicista - una volta completata e licenziata l'opera, la mette a disposizione di tutti. Di ciascuno di noi. Nessuno escluso.

 

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