Le energie rinnovabili sono una cosa buona e giusta a condizione che non stravolgano e danneggino la salute dei cittadini, il territorio ed il paesaggio dell’Umbria. I tanti comitati che sono sorti in Umbria contro le biomasse e le torri eoliche segnalano la forte e crescente preoccupazione dei residenti per le ricadute negative di tali impianti.

 

Il Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili, che riunisce più di cinquanta associazioni e comitati sparsi in tutta l’Umbria, ha manifestato tutta la preoccupazione dei tanti cittadini che subiscono l’arrivo degli impianti di energia rinnovabile in occasione dell’audizione presso la Seconda Commissione consiliare del Consiglio regionale ed ha chiesto la moratoria per l’installazione di nuovi impianti in attesa dell’adeguamento della normativa regionale a quella europea.

 

Vista la diffusa protesta contro la politica regionale sulle energie rinnovabili ed il contrasto tra la normativa regionale e quella europea sancito dalla sentenza della Corte costituzionale n.93 del 20 maggio scorso ai quali l’assessore regionale non ha posto rimedio, il Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili ha avviato una raccolta di firme per le dimissioni dell’assessore Rometti che proseguirà fino al prossimo autunno.

 

Affinché sia modificata con urgenza la Strategia regionale sulle energie rinnovabili, oltre alla petizione che il Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili ha inviato al Consiglio regionale e che è in attesa di essere messa all’ordine del giorno dello stesso Consiglio regionale, verrà presentato il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Umbria sull’impianto a biomasse di S.Maria Rossa di Perugia e una denuncia alla Commissione europea per violazione del diritto europeo in materia di VIA (Valutazione di impatto ambientale) e di VAS (Valutazione ambientale strategica).

 

Coordinamento regionale sulle energie rinnovabili

il presidente Gianfranco Angeli

 

 

IL COMITATO PRESENTA APPELLO AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO LA SENTENZA DEL TAR UMBRIA

“Il Comitato per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini (ex NO-Maxistalla) presenterà appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Umbria relativa all’autorizzazione dell’impianto a biogas di 999 Kwh delle Opere Pie a Santa Maria Rossa, rilasciata dal Comune di Perugia” dichiara Stefania Minestrini Presidente del Comitato. “Purtroppo il TAR non ha riconosciuto la mancata applicazione del diritto comunitario in materia di Valutazione di impatto ambientale da parte dell’Amministrazione. L’impianto è stato infatti autorizzato in assenza delle necessarie valutazioni degli impatti ambientali previste dalla legge”.

 

Aggiunge Stefania Minestrini: “Siamo fermamente convinti della fondatezza delle nostre ragioni come dimostra anche la sentenza della Corte Costituzionale ed il Comitato continuerà a battersi per il rispetto della legalità e dei diritti dei cittadini in tutti i gradi di giudizio possibili”.

 

Con la sentenza n.93 del 20 maggio scorso la Corte costituzionale ha infatti dichiarato l’incostituzionalità della legge regionale delle Marche nella parte in cui escludeva dalla valutazione di impatto ambientale i progetti di impianti per le energie rinnovabili in base al solo criterio dimensionale senza considerare tutti gli altri criteri dettati dalla direttiva 2009/92/UE (cumulo con altri progetti, utilizzazione di risorse naturali, produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali, localizzazione e impatto sull’area geografica e densità della popolazione interessata).

 

Nelle Marche, ma anche in Umbria dove vige una normativa identica, il limite dimensionale sopra il quale scattava l’obbligo di sottoporre il progetto alla verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale è stato fissato in 1 Mwh. In forza di tale previsione normativa è così accaduto che la gran parte dei proponenti la costruzione di impianti a biomasse ha presentato progetti di potenza pari a 999 Kwh al solo ed evidente scopo di evitare la valutazione di impatto ambientale.

 

Il Comitato di S. Maria Rossa (ex NO-Maxistalla) ha presentato il ricorso al TAR Umbria contro l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Perugia alle Opere Pie Riunite, segnalando, tra gli altri motivi, roprio il fatto che il progetto di potenza pari a 999 Kwh era posto in violazione o elusione della direttiva 2009/92/UE e della valutazione di impatto ambientale.

 

Il TAR Umbria con sentenza n.303 del 23 maggio scorso, pur riconoscendo la legittimazione ad agire da parte del Comitato, ha ignorato la sentenza della Corte costituzionale e ritenuto infondato lo specifico motivo di contestazione proposto dal Comitato ed ha rigettato il ricorso.

 

La sentenza del TAR Umbria è quindi censurabile perché non ha tenuto conto della sentenza della Corte costituzionale, ma anche perché ha erroneamente rigettato gli altri pur importanti e decisivi motivi di ricorso.

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