1. Il contesto nazionale  Ci sembra opportuno in fase iniziale definire innanzitutto quello che è il fenomeno degli studenti fuorisede: in Italia gli studenti che risiedono in una provincia diversa e comunque a più di 100 Km di distanza dal luogo di studio, i cosiddetti Fuori sede, sono più di 750000 unità, ma il numero è destinato a crescere di molto se a questi ultimi si aggiungono poi quei soggetti che, a causa della cattiva organizzazione del servizio di trasporto pubblico o della scarsa capillarità di quest’ultimo si ritrovano a compiere lunghe tratte da pendolari, con tempistiche spesso estenuanti e tali da spingere lo studente e la sua famiglia verso la scelta di affittare una stanza o una casa nel luogo di studio.   Per rispondere a queste necessità il sistema di Diritto allo Studio pubblico oltre a provvedere un’apposita quota monetaria per sostenere tutti quelli che sono i bisogni di uno studente universitario fornisce all’incirca 39000 posti letto che tuttavia riescono a tutelare unicamente il 5,2% degli aventi diritto. Un dato allarmante che mette in luce la colpevole assenza di misure, sia a livello statale che a livello regionale, economiche e legislative che possano andare a riconoscere il diritto all’abitazione come parte integrante dell’infrastruttura del diritto allo studio e quindi, in quanto tale, diritto tutelato costituzionalmente.  La scarsità di posti letto messi a disposizione a livello nazionale difatti spinge inevitabilmente gli studenti e le loro famiglie a cercare riparo mediante affitti a titolo oneroso presso privati in un contesto di mercato “folle” e dotato di vere e proprie bolle speculative, in cui è grande il rischio di incappare in contratti con clausole vessatorie. Sul territorio nazionale gli ultimi studi di mercato ci mostrano infatti una situazione tragica: i prezzi delle camere singole risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, fino a raggiungere un costo medio mensile di 439 euro e annuale di 5268€ con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Napoli, che hanno toccato affitti mensili anche di 620€ al mese, città dove peraltro si concentra circa un quarto del totale dei fuorisede italiani.  Oltre a tali costi che risultano quantomai insostenibili per le famiglie e gli studenti, in particolare delle fasce sociali meno abbienti, che maggiormente sono state investite dall’aumento delle disuguaglianze prodotto dalla crisi pandemica, si devono poi aggiungere tutte quelle spese che passano sottoforma di costi accessori come condominio, tassa sui rifiuti, utenze varie che hanno subito rincari non indifferenti a seguito del mutato panorama politico e dello scoppio del conflitto in Ucraina.

2. La situazione dell’emergenza abitativa a Perugia e in Umbria A partire dall’Anno Accademico 2020/2021, l’Università degli studi di Perugia, principale Ateneo della Regione Umbria ha deciso, anche sotto impulso delle richieste presentate più volte dalla Sinistra Universitaria-UdU Perugia, di rimuovere l’ingiusto sbarramento dell’accesso programmato locale per tutti i Corsi di Laurea precedentemente interessati da questa limitazione, ponendosi dunque positivamente all’avanguardia rispetto al panorama nazionale.  Contemporaneamente, nello stesso anno, da una richiesta avanzata dalla Sinistra Universitaria-UdU Perugia ad Aprile 2020, nasceva per la prima volta un’ulteriore misura di Diritto allo studio innovativa nel panorama nazionale, la No-tax Area a 30000€ di Isee, che permetteva in media a uno studente su due di non pagare tasse e di vedersi garantito l’accesso all’alta formazione. Grazie al combinato di queste due misure, mantenute anche nei successivi anni e riconfermate per l’attuale Anno Accademico e alla qualità della didattica offerta, in un panorama nazionale caratterizzato da una contrazione generale delle immatricolazioni agli Atenei Statali, l’UniPg si collocava in controtendenza con un aumento importante delle immatricolazioni che in pochi anni hanno portato l’Ateneo, che già contava 20000 iscritti circa in epoca pre pandemica a raggiungere nel 2022/2023 quasi 30000 iscritti, crescendo dunque di un terzo dei propri iscritti.  Tale crescita sicuramente positiva tuttavia non ha avuto una sua corrispondenza a livello di numero di posti letto offerti dal sistema del Diritto allo Studio regionale.  In epoca pre pandemica nella nostra regione le residenze gestite da ADiSU Umbria contavano 1093 posti letto disponibili, numero che di per sè era sufficiente ad accogliere tutti gli studenti risultati idonei alla borsa di studio che ne facevano richiesta. Poco prima dell’avvento della pandemia tuttavia svariati collegi come quello di Agraria e il collegio di Via Innamorati sono andati incontro a importanti, necessarie e positive ristrutturazioni. Tuttavia, a causa di rallentamenti dovuti al mutato contesto politico ed economico (super bonus 110%, conflitto in ucraina, pandemia) tali residenze ad oggi risultano essere ancora in corso di ristrutturazione e pertanto, ad inizio dell’A.A. 2022/2023 l’offerta dei posti letto nelle residenze ADiSU risulta essere di soli 696 posti pari a circa il 40% in meno rispetto al periodo pre pandemico.  Crediamo che i collegi non debbano garantire un posto solo a chi usufruisce di borsa di studio, ma piuttosto diventino un punto di riferimento per la comunità studentesca tutta, allargando la propria platea anche a chi fosse interessato ad un posto letto a prezzo agevolato vicino al proprio polo universitario.  Secondo i dati reperiti dall’Agenzia per il Diritto Universitario dell’Umbria per l’A.A. 22/23 sono 1700 circa le domande risultate idonee al posto letto a fronte di solo 696 posti disponibili, numeri allarmanti, che ci danno pressochè la certezza che nella nostra Regione tornerà ad essere presente la figura dell’idoneo non beneficiario di posto letto e che vanno ad inserirsi in un contesto in cui il sistema universitario dopo un anno di didattica a distanza e uno di didattica mista si appresta a tornare in presenza, con la didattica a distanza mantenuta unicamente per quelle categorie laddove il sistema del diritto allo studio non riesce a fornire adeguati strumenti per appianare le disuguaglianze all’accesso e conseguentemente con un inevitabile rientro di tutti gli studenti fuorisede che in questi anni non avevano preso alloggio in città.   Già nel 21/22 la Sinistra Universitaria-UdU Perugia, SUNIA e la CGIL si ritrovavano a denunciare con forza la presenza in città di una vera e propria crisi abitativa, tamponata appena dal sistema, in parte grazie alla decompressione operata da ADiSU Umbria nel reperire nuovi posti letto convenzionando strutture private e aumentando, seppur leggermente, il numero dei posti letto disponibili, in parte dalla possibilità di usufruire della Didattica a Distanza che ha portato un certo numero di studenti a decidere di seguire le lezioni dal proprio luogo di residenza penalizzando tuttavia in maniera importante tutto ciò che contraddistingue la completezza di una esperienza universitaria, che non può limitarsi a lezioni ed esami, comunque di qualità superiore in presenza, ma che si estrinseca anche attraverso la formazione di legami personali, di confronto con i colleghi e i docenti e che di fatto può svolgersi solo in presenza.  Ad oggi la situazione del mercato immobiliare in Umbria appare radicalmente peggiorata. Stiamo assistendo ad un vero e proprio circolo vizioso: l’importante aumento della domanda si scontra con la diminuzione sensibile dell’offerta e tutto ciò porta a un graduale e sostenuto aumento dei prezzi.  Trovare casa ad oggi è diventato quasi impossibile e gli studenti si trovano a destreggiarsi tra aumenti di prezzo vertiginosi e contratti vessatori e tutto ciò rischia di minare seriamente l'accessibilità all'alta formazione e dunque il sistema del diritto allo studio del nostro territorio.  L’offerta appare diminuita in primis a causa della già citata diminuzione dei posti letto nei collegi, il cui sistema peraltro, non solo non riesce a fungere da tampone anche per coloro che pur non rientrando nei canoni previsti dalla borsa di studio avrebbero comunque necessità di usufruire di un alloggio a prezzo calmierato, ma anzi si rivela del tutto insufficiente ad accogliere anche i beneficiari del Diritto allo studio causando un ulteriore spostamento verso il privato. In secondo luogo, è ancora forte la diffidenza da parte dei proprietari di immobili nel mettere in affitto la propria dimora a studenti, sia a causa degli strascichi della crisi pandemica, sia poichè, al momento, mettere la propria casa in affitto a turisti mediante piattaforme online appare molto più conveniente a livello economico e gravato da minori rischi, complice anche un sistema di legge sulle locazioni abitative che favorisce con sgravi fiscali importanti entrambe le forme di locazione. Infine, il nostro territorio e specialmente la città di Perugia ha sempre registrato un’asimmetria nella distribuzione degli alloggi: il centro storico presenta la maggiore percentuale di occupazione complice la vicinanza dei principali servizi, delle strutture accademiche e della “vita universitaria”, mentre le aree più decentrate come Madonna Alta, Ferro di Cavallo e la zona dei ponti vengono molto spesso “scartate” dallo studente in quanto il costo del servizio di trasporto pubblico è sempre stato fino ad oggi uno dei più alti di italia ed è assente qualsivoglia servizio di mobilità notturna, con la conseguenza diretta che, dopo le ore 20 spesso è materialmente impossibile per uno studente universitario, privo di un mezzo privato, spostarsi al di fuori della propria zona di domicilio/residenza.  Crediamo fortemente che con l’introduzione negli ultimi giorni dell’Abbonamento Unico a 60€, frutto di battaglie portate avanti da quasi 6 anni dalla Sinistra Universitaria-UdU Perugia e da Altrascuola-Rete degli studenti Medi Perugia in collaborazione anche con la FILT e la CGIL tutta, quest’ultimo dato sia destinato a cambiare. Tuttavia potrà essere risolto definitivamente solamente mediante l’implementazione di un sistema di mobilità notturna simile a quello sperimentato con il progetto GIMO di cui si erano fatti portatori le nostre associazioni.  3. Le nostre proposte Come Sinistra Universitaria - Udu Perugia, Sunia Perugia e CGIL Perugia chiediamo all’Università degli Studi di Perugia e alla Regione Umbria di farsi promotori e attivare al più presto un tavolo di confronto che includa rappresentanze degli studenti, degli inquilini e delle agenzie immobiliari con l’obiettivo di siglare un protocollo che impegni proprietari ed agenzie a non discriminare studentesse e studenti nel momento della scelta dei locatari e a mantenere canoni e condizioni di affitto ad un livello accettabile. È necessario inoltre istituire un osservatorio cittadino e regionale per monitorare fenomeni come l’emergere di contratti vessatori, il monitoraggio del subaffitto, fondi adibiti illecitamente ad abitazione, ecc. È necessario inoltre rivedere quanto prima gli accordi sul canone di locazione concordato per gli studenti universitari che non viene aggiornato da prima della pandemia e che in un contesto come quello di oggi, in rapido mutamento, necessita di una revisione importante. È imprescindibile porre come punti fissi quelli che sono i reali standard minimi di qualità perchè un alloggio sia davvero uno spazio di qualità per uno studente universitario  Annunciamo inoltre l’avvio di uno Sportello di assistenza affitto, realizzato dalla Sinistra Universitaria UdU Perugia in collaborazione con SUNIA, che possa aiutare tutti quegli studenti vittime di contratti vessatori fornendo loro un primo contatto di orientamento presso il Circolo Arci “Il Porco Rosso” in Via Alessi, 1 e che rimandi poi ad un secondo livello, svolto dagli esperti del SUNIA, qualora si riscontri la necessità di intervenire mediante vertenze o altri strumenti legali/sindacali. Altra soluzione per tamponare l’attuale situazione sarebbe costituita, dal riavvio del progetto “Cerc@lloggio Umbria”, servizio fornito da ADiSU Umbria per aiutare conduttori e locatori a incontrarsi in uno spazio che sia accessibile, sicuro e soprattutto etico grazie alla verifica degli alloggi da parte di personale specializzato, potrebbe ugualmente successive a decomprimere il sistema. aiutare in questa fase e nelle Contemporaneamente appare quantomai necessario e chiediamo con forza che la Regione Umbria programmi degli investimenti strutturali in materia di residenze universitarie, che possano sostenere la crescita di tale sistema e sostenere quindi quello che è di fatto un volano di sviluppo territoriale e sociale, un motore dell’ascenscensore sociale del nostro paese. Tali investimenti non dovranno per forza essere indirizzati verso la costruzione di nuovi edifici ex novo, bensì sarebbe opportuno prima di tutto effettuare un’azione di ricognizione interna di tutti quegli spazi al momento inutilizzati, riqualificati o riqualificabili che possano essere adibiti, mediante un investimento anche più contenuto, a nuovi posti letto, con il triplice beneficio di diminuire l’impatto ambientale indotto dalla cementificazione, consegnare gli spazi agli studenti in tempo minore e riqualificare diverse zone del nostro territorio. Per risolvere la crisi abitativa in definitiva servono nuovi spazi, in centro così come nelle periferie più vicine ai poli universitari. Il tema delle periferie però deve necessariamente essere legato al tema della mobilità, attualmente i collegi fuori dal centro storico sono “gabbie” da cui gli studenti non possono uscire dopo le 21, proprio perché non esiste un sistema di mobilità pubblica oltre quell’orario. Risulta, quindi, imprescindibile alla risoluzione dell’emergenza abitativa un investimento serio sul servizio abitativo ADiSU, così da permettere al più alto numero possibile di studenti di godere di un posto letto a prezzo agevolato e con le garanzie che spesso un contratto privato può far venire meno.  Un’ulteriore soluzione potrebbe essere quella di stipulare convenzioni tra le istituzioni, magari attraverso ADiSU, con i locatori, per l’affitto dei locali in loro possesso. Se fossero disponibili appartamenti o camere convenzionati con ADiSU, gli studenti potrebbero usufruirne a prezzi contenuti e con la garanzia di avere un’istituzione come intermediaria. Inoltre, anche i locatori stessi avrebbero sicurezze maggiori dettate dalla certezza di una convenzione e dall’assicurazione rispetto a comportamenti impropri degli inquilini.  Ci auguriamo che questo documento rappresenti un primo passo per iniziare a discutere organicamente sulla tematica della crisi abitativa e per cercare di creare una rete fra i vari enti per risolvere l'emergenza in atto. Come Sinistra Universitaria UdU Perugia, SUNIA Perugia e Cgil Perugia ci faremo portavoci del dialogo fra istituzioni per rendere la nostra città sempre di più a misura di studente.

Sinistra Universitaria – UdU Perugia SUNIA Perugia CGIL Perugia

Condividi