Di Ciuenlai - “La riscossa può partire da qui” afferma il Segretario Regionale del Pd Bori parlando dal fortino di Narni, unica città di un certo peso rimasta in mano ai democratici nel ternano. Siamo ancora al “può”. Perché la riscossa  o anche una semplice “ripartenza”,  non si sono ancora manifestate dentro le urne.  

E i rovinosi risultati di Todi e Deruta stanno lì a dimostrarlo. Con una nota stonata in più; la perdita di  Valtopina. Una sconfitta che brucia molto perché non è dovuta ad un successo della destra ma che sbuca, come un monito agli attuali eredi,  dal grande passato della sinistra in Umbria. In lista con il vincitore  Coccia c'erano , infatti, due ex sindaci Giancarlo Picchiarelli e Giuseppe Mariucci. Il primo è una specie di istituzione perché, assieme a Ruggiti di Nocera Umbra, compì , alla fine del secolo scorso,  quello che fu considerato un miracolo politico. Strappare alla DC una delle zone (quella che separa il Gualdese dal Folignate)  più “bianche” dell’Umbria.  

I festeggiamenti, da parte dei dirigenti perugini del Pd,  per la scontata riconferma di Narni, sono dunque apparsi letteralmente “fuori luogo”.  Perché i numeri dicono che l’Umbria resta  ancora una regione con  un robusta trazione a destra.  Il “campo largo” dei democratici si è ancora affidato, nella maggioranza dei casi, a candidati “civici” o moderati che le hanno prese di santa ragione .

Manca una vera nuova classe dirigente e si vede nella scelta delle candidature.  Ma ieri eravamo all’antipasto.   Adesso tocca a Terni e Perugia , dove tutto si muove fuori delle mura del PD ufficiale. E la parola d’ordine (fino ad ora prevalentemente perdente) resta sempre la stessa :  “cercasi civico disperatamente” (e possibilmente con buona stampa in quel di centrodestra). .

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