E' tempo di programmi elettorali e stupisce (ma non troppo) come destra e sinistra, con annessi partitelli estinti o prossimi all'estinzione, si trovino d'accordo sul destino dell'ambiente nella Conca: Terni può e deve morire (e i ternani pure).

Prima di scrivere le "linee programmatiche" (o di farsele suggerire da certi rappresentanti di certa industria pesante), qualcuno si è disturbato di chiedere ai ternani se vogliono altri dieci milioni di tonnellate di rifiuti tossici industriali nel loro cortile di casa? 

Ci aspettavamo un gioco delle parti almeno in campagna elettorale, quando ogni sciocchezza è lecita e le belle parole vengono pronunciate per racimolare una manciata di voti ed essere poi puntualmente disattese. 
Credevamo che i rimasugli degli ambientalisti, ormai accasati nel salotto buono della sinistra, alzassero la voce contro proposte e scelte scellerate della destra. 
Invece no: ora tutti uniti per il mega-ampliamento della discarica delle Acciaierie, un'ipoteca sulla città di Terni per i prossimi decenni (anzi, per secoli a venire, quando Viale Brin sarà prevedibilmente un mostro arrugginito).  Un'ipoteca che, da molti anni, si estende alle acque di falda e quindi già grava sulla salute dei ternani. 

Ricordiamo i tanti soggetti che hanno sempre osannato e sostenuto l'osceno progetto di landfill mining, redatto da e per Viale Brin, sottoscritto alla cieca dalla Giunta comunale (fuorché dalla sottoscritta), senza alcuna comprensione del significato e delle ricadute. Ma ricordiamo anche chi ha gridato allo scandalo contro la megadiscarica dei veleni e adesso, di quella stessa megadiscarica, fa orgogliosamente un punto del proprio programma elettorale: ora, dunque, tutti d'accordo! Gli antichi dissapori evaporano dinanzi al roseo traguardo della soglia di sbarramento, che porterà qualche fortunello a sistemarsi per i prossimi cinque anni.

Chi tutela allora gli interessi di Terni in questa stucchevole farsa ove il grande vincitore sarà l'astensionismo, rifugio di tanti stufi, delusi, disillusi, contro i cialtroni di professione? Nessuno. Assistiamo a una folle corsa, in cui tutti i partecipanti, nel compiacere i signorotti dell'acciaio, tradiscono ancora una volta la comunità locale.
Intanto a Prisciano e a Terni est possono continuare a mangiare polvere, i cieli della città possono continuare a essere pervasi da puzze ed emissioni fuggitive varie che non vede mai nessuna Istituzione, l'industria pesante può impunemente continuare a inquinare, nel silenzio complice e colpevole della politica dei mediocri e aspiranti tali. E gli operai devono subire in silenzio condizioni da fabbrica dell'800. 

Prendiamo atto che, dopo tante battaglie, oggi a Terni non c'è alcun garante politico sul fronte ambientale. Ecco perché, oltre agli invariabili esiti elettorali, da adesso in poi conteranno solo quelli delle Procure.

Mascia Aniello

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