Edilizia - L'Ance accusa: "E' crisi nera. Persi 6mila posti di lavoro"
PERUGIA - Ancora nessun segnale positivo per il mondo delle costruzioni in Umbria, dove anzi la situazione del settore è addirittura più grave di quella, già difficile, che si registra a livello nazionale.
''In questo modo rischiano di essere cancellate, disperse, umiliate, risorse decisive, professionalita' preziose, un'intera storia di imprese e di lavoratori'', afferma con preoccupazione il presidente di Ance Umbria e di Ance Perugia Massimo Calzoni. Stamani Calzoni ha incontrato la stampa nella sede perugina dell'Associazione dei costruttori edili, presenti anche Paolo Ratini, presidente Ance Terni, Roberto Tosti, vicepresidente Ance Perugia, David Baldelli, presidente Gruppo Giovani Ance Umbria e Walter Ceccarini, direttore Ance Umbria.
I numeri della recessione che sono stati forniti sono molto piu' gravi per quel tessuto di medie imprese che hanno storia e professionalita' ed e' stato poi evidenziato come a subire maggiormente i colpi della crisi siano proprio le aziende strutturate che competono in modo regolare sul mercato. Secondo Calzoni ''cio' rendera' molto piu' difficile la ripresa, la qualificazione del settore e qualsiasi ragionamento sul futuro dello sviluppo nella nostra regione''.
''Questa condizione di maggiore gravita' per quanto riguarda l'Umbria - ha precisato Calzoni - probabilmente e' dovuta, come spesso abbiamo detto, al sommarsi della fine del ciclo espansivo e l'inizio della crisi, con la fine della ricostruzione post terremoto''.
A supporto di tale affermazione sono stati riportati alcuni dati emblematici. Il numero di iscritti alle casse edili di Perugia e Terni passa dai 26.630 del 2007 ai 20.505 del 2010, con un calo di oltre 6.000 unita'. Considerando anche i lavoratori autonomi, il dato balza a circa 10.000 perdite in tre anni. Il numero di imprese in Umbria iscritte alle casse edili passa invece dalle 4.918 del 2007 alle 4.392 del 2010. Il dato del numero di ore di cassa integrazione evidenzia inoltre un passaggio da 504.000 ore ad 1 milione 500 mila. La massa salari complessiva a Perugia e Terni passa dai circa 225 milioni di euro ai circa 170 milioni. I primi mesi del 2011, infine, registrano un ulteriore peggioramento di tutti gli indici di quasi il 10% rispetto al 2010. Responsabile di questa condizione in cui versa il settore delle costruzioni non e' pero' solo la crisi strutturale.
Ne e' convinto Calzoni, che aggiunge: ''La colpa e' anche dei pregiudizi, della disinformazione e delle sottovalutazioni che sono la base della colpevole inerzia con la quale le istituzioni politiche e la burocrazia rimangono a guardare le difficolta' del settore''. Dal 2 luglio scorso, quando erano stati convocati gli Stati generali delle costruzioni, la situazione in Umbria si e' ulteriormente aggravata, molte importanti imprese sono state costrette alla chiusura, con le conseguenti, gravi ripercussioni sull'occupazione, e in questa fase ''ancora permane - secondo l'Ance - una sottovalutazione sconcertante da parte delle istituzioni politiche e delle pubbliche amministrazioni che bloccate dal patto di stabilita' non riescono a far altro che tagliare gli investimenti''.
Le stime Ance a livello nazionale, per il consuntivo 2010, registrano infatti un ulteriore calo di circa il 7% degli investimenti in costruzioni. ''Localmente - ha aggiunto Calzoni - non riusciamo a cogliere le opportunita', quelle avute in passato con il post sisma ed oggi con il mancato avanzamento dei lavori della Quadrilatero, i quali potrebbero procedere grazie alla professionalita' delle nostre imprese''.
Il giudizio dell'Ance sulle azioni fatte finora, tra piano casa e legge regionale sulla semplificazione normativa, e' molto negativo. ''Entrambe sono pressoche' nulle e non risolvono il problema'', ha sottolineato Ratini, secondo il quale ''bisognerebbe passare al piano citta', visto che il piano casa non si pone nemmeno il problema delle periferie interne e dei quartieri, che andrebbero invece resi piu' efficienti e migliorati anche dal punto di vista sismico''. Dove sono i dati del piano casa? Che effetti ha avuto sul mercato e quante concessioni edilizie ci sono state?: questi gli interrogativi posti invece dal direttore Ceccarini.
Giovedì
02/06/11
12:10
L'analisi del settore rapportando i dati tra il 2007 i 2010 non può che portare ad un situazione in forte calo in considerazione della riduzione dei finanziamenti pubblici del terremoto.
Diverso sarebbe stato se si fosse fatto un raffronto parametrico coi dati antecedenti al 1997. In questo caso si sarebbe potuto meglio stimare la riduzione percentuale delle produzioni e quindi degli occupati.
Utile sarebbe stata anche l’analisi dei dati disaggregati per comuni, in quanto il sima ha comportato un andamento anomalo delle produzioni solo in alcuni di essi, non intaccando invece i normali andamenti di quelli situati in zone non interessate all'evento sismico.
Per una analisi oggettiva i recenti dati Umbri del settore, quindi, andrebbero raffrontati con quelli di realtà nazionali che abbiano situazioni socio economiche simili per tessuto produttivo ed edilizio, altrimenti si potrebbe giungere alla conclusione che c'é crisi la dove invece c'è addirittura una attività del settore proporzionalmente agli abitanti, superiore alla media nazionale.
Da approfondire anche la analisi per settori produttivi (strade, infrastrutture, edilizia ecc) e per macrosettori (pubblico e privato) perché presentano problematiche diverse e non tutti sono stati colpiti nello stesso modo dalla crisi in atto; quindi diverse dovrebbero essere le eventuali forme di sostegno regionale.
Non me ne voglia lo stimato presidente Calzoni, ma la sua mi sembra più una analisi "pro domo sua" che una visione oggettiva della situazione in atto che certamente però, bisogna riconoscere, non é florida o densa di buone prospettive.
G.c.