PERUGIA - ''Per uscire dalla crisi, ma soprattutto per far si' che l'impresa umbra arrivi ad avere uno standard elevato vicino a livelli nazionali, e' importante che tutti i settori della regione lavorino in sinergia tra loro, perche' non puo' esistere lo sviluppo solo da una parte senza coinvolgere anche gli altri''.

Lo sostiene il consigliere del Pdl alla Regione Umbria, Maria Rosi, secondo cui ''lo sviluppo dell'impresa e la sua innovazione dovrebbero rappresentare il punto centrale della politica regionale''.

Rosi evidenzia ''ad oggi il futuro dell'Umbria non e' tranquillizzante. Dal 1984 la regione si e' distanziata dai territori a cui e' piu' affine. Non siamo stati in grado di trovare un punto di sintesi tra qualita' della vita e reddito (Il rapporto di “Sbilanciamoci” uscito oggi dice tutt’altro, ndr.). Lo sviluppo dell'economia e' stato arrestato perche' non si e' trovato un bilanciamento tra 'motori autonomi' e 'motori non autonomi', perche' si e' lavorato per potenziare principalmente quest'ultimi''.

''Si da un grande peso - continua - ai servizi pubblici e alle piccole attivita' di terziario, che sono ancorati a logiche di mercato locale con bassa produttivita'. A complicare la situazione interverranno le tendenze demografiche, la scarsa mobilita' e le reti chiuse''.

Per l'esponente del Pdl ''non possiamo aspettarci altro che non la solita politica attendista che si fonda sul lasciare l'industria alle sue forze inerziali, e' invece necessario attuare politiche adatte a correggere il percorso intrapreso. Abbiamo il dovere morale di attuare politiche adatte a ridare slancio a una regione che nel 2020 si potrebbe trovare ancora piu' distante dalla media nazionale. Dobbiamo puntare a un mercato piu' ampio. I fattori che rispondono a una domanda esterna - spiega - sono il manifatturiero e i servizi delle imprese da essi dipendenti e l'altro terziario dipendente dalla domanda turistica''.

''In una visione ottimistica il Pil dell'Umbria dovrebbe crescere del 3% annuo, ma se si continua ad applicare una politica che potenzia solo il mercato commerciale e soprattutto quello pubblico potrebbe arrivare un ulteriore divaricazione tra il livello nazionale e quello della regione''.

''Dobbiamo puntare - aggiunge - a ridare competitivita' al mercato manifatturiero e turistico puntando su maggiore qualita' dei servizi alle imprese. Dobbiamo spingere le imprese a puntare sull'internazionalizzazione, diretta o indiretta, perche' solo cosi' potranno avere la spinta ad emergere come imprese di eccellenza, a piu' elevati livelli di produttivita' e redditivita'. E' importante puntare sulle nuove fonti energetiche, anche perche' siamo considerati il cuore verde della nazione. E' importante far conoscere le eccellenze culturali come l'Universita' e i siti storici. Vanno create infrastrutture per rendere la Regione piu' accessibile. Vanno recuperate le periferie, che devono diventare esempi di qualita' urbana''.

Concludendo Rosi osserva: ''se si vuole che in Umbria si cambi la mentalita' volta a puntare sull'investimento del capitale umano e' necessaria attuare una politica per le famiglie che devono investire sull'istruzione. Andrebbe ristabilita una cultura di stampo meritocratico, non come fino ad oggi si e' fatto di stampo nepotistico, in modo che si incoraggino le persone a investire sulla loro formazione di qualita' con la speranza di raggiungere una situazione di benessere''.
 

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