CITTA' DELLA PIEVE - ''Alla base dell'Ecomuseo c'e' una sorta di patto con il quale la comunita' si prende cura di un territorio visto che questo rappresenta il superamento della concezione tradizionale di 'contenitore di oggetti e opere d'arte' per proporre alla fruizione dei cittadini beni e prodotti della vita quotidiana, tra i quali anche i paesaggi, l'architettura, il saper fare, le tradizioni''.

Lo ha affermato l'assessore regionale all'ambiente, Silvano Rometti, intervenendo all'incontro dal titolo ''L'Ecomuseo del paesaggio del Trasimeno'', che si e' svolto nel pomeriggio a Citta' della Pieve. Rometti - riferisce una nota della Regione - ha ricordato che ''la Regione Umbria con la legge regionale 34/2007 sulla 'Promozione e disciplina degli Ecomusei', ha voluto riconoscere agli Ecomusei, attraverso il coinvolgimento degli abitanti, il ruolo di memoria storica e di valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali, ambientali e paesaggistici, i saperi e le pratiche delle popolazioni, anche attraverso la promozione del territorio basata sulla cultura della sostenibilita'.

Per favorire questo percorso la Giunta regionale ha stanziato 85 mila euro che sono stati impegnati per un bando finalizzato alla concessione di contributi a favore degli enti locali per sostenere i percorsi di costituzione degli Ecomusei. Altra finalita' dell'avviso pubblico era quella dell'integrazione delle attivita' degli Ecomusei con quella dei Centri di Educazione Ambientale (Cea) operativi sul territorio. Sono state presentate 11 domande, i soggetti ammessi sono stati 7 e, a ciascuno, e' stato assegnato un contributo pari a circa 12 mila250 euro''.

''Tra questi - ha precisato - c'e' anche l'Ecomuseo del Trasimeno che nasce in un'area particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico-ambientale, potendo contare sulla presenza del Lago Trasimeno, ma anche su un ricco patrimonio naturalistico, culturale e delle tradizioni locali, in grado di cogliere perfettamente la vocazione di un Ecomuseo che e' quella di conservare l'identita' del proprio territorio''.

''Infatti, l'istituzione di un Ecomuseo si configura come un'operazione culturale complessa che necessariamente coinvolge in modo attivo i residenti di un territorio, le istituzioni, le associazioni e, ovviamente, gli organismi pubblici e privati che operano nell'area di riferimento e che si attivano per proporre un progetto di fattibilita' che tende ad una valorizzazione complessiva delle risorse locali''.

''Con la legge - ha aggiunto - si definisce un quadro normativo che consente il riconoscimento pubblico degli 'Ecomusei', sorti prevalentemente in maniera spontanea e a volte casuale. Questo perche' l'Ecomuseo, non puo' limitarsi ad un fatto formale, ma deve corrispondere ad azioni concrete promosse e gestite da comunita' ed amministrazioni locali, capaci di coinvolgere il piu' alto numero di soggetti intorno ad un progetto condiviso di valorizzazione del territorio. La legge regionale lascia quindi piena responsabilita' di iniziativa dei progetti e dei processi di creazione e gestione degli Ecomusei alle comunita' locali che dovranno proporli ed istituirli, mentre la loro gestione riguardera' le Province territorialmente competenti, i Comuni (singoli o associati), le Comunita' montane o altri organismi pubblici e privati creati per questo scopo. All'amministrazione regionale spetta un ruolo di regia per il percorso di riconoscimento delle iniziative, secondo le linee guida proposte da un comitato tecnico scientifico e adottate dalla Giunta regionale''.
 

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