CITTA' DELLA PIEVE - “Crisi rifiuti ed ecomafie: Umbria isola felice?” è il titolo del convegno in programma il 10 marzo dalle 9 alle 13 a Palazzo della Corgna. Tra i relatori Antonio Pergolizzi, coordinatore nazionale dell’Osservatorio ecomafie di Legambiente, il magistrato Raffaele Cantone, il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano e i giornalisti Andrea Chioini e Giulio Rubino.
Alle 11.30 è prevista la proiezione del documentario “Toxic Europe”, realizzato dai giornalisti Giulio Rubino, Cecilia Anesi e Delphine Reuter, con Gianmarco Giometti che ha eseguito le riprese, effettuato il montaggio e scritto le musiche originali.

Cecilia Anesi e Gianmarco Giometti sono due giovani pievesi che hanno collaborato alla realizzazione di questo film, della durata di 28 minuti, dal quale emerge un intreccio tra imprenditoria e malaffare legato al traffico dei rifiuti e che attraversa l’Europa. “Il documentario - spiega Cecilia Anesi - è del 2011 e nasce da un lavoro già avviato con Rubino sul traffico dei rifiuti in Campania; entrati in contatto con la giornalista belga Delphine Reuter, abbiamo proseguito il lavoro insieme, partecipando al Bando indetto da Flare Network per documentari sulla criminalita organizzata”. Il progetto è stato scelto tra le quattro inchieste da finanziare, così è iniziato il lavoro dei giovani autori, che nei quattro mesi previsti per la realizzazione hanno consegnato il documentario. “Abbiamo viaggiato - racconta Cecilia - prima in Italia, Giulio, Gianmarco ed io, realizzando varie interviste; tra queste, in particolare al Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e al magistrato Raffaele Cantone”. Poi, con Delphine Reuter, l’inchiesta prosegue in Belgio: qui gli autori di “Toxic Europe” raccolgono molto materiale, facendo interviste a poliziotti e procuratori, approfondendo la conoscenza degli intrecci affaristici legati al trasferimento dei rifiuti. In Lussemburgo, altre interviste a banchieri e a procuratori che combattono il riciclaggio. “Parte del materiale non abbiamo potuto utilizzarlo, perché avevamo solo mezz’ora per raccontare la nostra storia”.

A marzo viene girato il fulcro dell’inchiesta: “In Romania siamo andati tutti e quattro. Il quadro cominciava a delinearsi su dinamiche, gestori e violazioni normative. Dal lavoro delle Commissioni d’inchiesta emergeva una pista che dall’Italia arrivava in Romania attraverso imprenditori vicini alla criminalità organizzata che gestiscono discariche servendosi di prestanomi, discariche che ricevono anche fondi europei per la gestione corretta dei rifiuti, ma che non sempre rispettano le norme. Le imprese di cui parliamo nel nostro documentario sono attive a livello internazionale e in alcuni Paesi riescono a sfuggire ai controlli, come ad esempio in Romania, dove operano imprenditori italiani che non disdegnano di lavorare sospesi in una zona grigia al limite della legalità, in cui è molto difficile definire questo limite”.
Nel giugno 2011 il documentario ha vinto il BIOCR, “Best International Organised Crime Report” al Festival del Premio di Giornalismo Televisivo Ilaria Alpi.

Nella foto allegata: La squadra di Toxic Europe con Lorenzo Bodrero e Gianmaria Vernetti di Flare Network, al Premio Ilaria Alpi.
 

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