PERUGIA - Desta la ''contrarieta' e perplessita''' di alcune Regioni italiane, la bozza di decreto del Governo che disciplina il sistema di incentivi per l'energia da fonti rinnovabili, e che e' stata presentata oggi dall'Esecutivo alla Conferenza delle Regioni. Lo sostiene l'assessore regionale umbro Silvano Rometti, evidenziando che questo settore, anche per il valore non solo economico che ha per il Paese, avrebbe meritato ben altra attenzione.

La proposta del Governo - secondo Rometti - disattende quanto gia' evidenziato ed indicato dalle Regioni, tra cui l'Umbria, nel corso di precedenti incontri con i ministri Fitto, Romani e Prestigiacomo. Si assiste infatti ad una riduzione troppo repentina degli incentivi che vengono progressivamente azzerati da qui il 2016. Entro il 2012 e' prevista una riduzione di oltre il 20 per cento degli aiuti per piccoli impianti integrati sulle coperture dei tetti, del 30 per cento per i grandi impianti integrati e del 40 per gli impianti a terra. Misure che non incentivano l'installazione degli impianti sulle coperture rispetto a quelli a terra.

Gia' il Terzo conto energia prevedeva un sistema decrescente degli incentivi, ma con un andamento meno rapido. Se l'intenzione e' di allineare il sistema incentivante italiano a quello europeo, e in particolare al ''modello'' tedesco, avvalendosi di queste misure il percorso va ripensato.

Il passaggio - secondo l'assessore - va calibrato con maggiore attenzione perche', rispetto ad altri paesi europei, l'Italia e' partita con anni di ritardo e quindi occorre recuperare terreno in modo graduale. Il rischio che si corre e' altrimenti di tornare indietro rispetto a quanto fatto finora.

Va inoltre tenuto conto - per Rometti - che il nuovo decreto cancella diritti e garanzie di quanti hanno avviato le procedure per la realizzazione degli impianti attraverso il Terzo conto energia, rientrando nei tagli del provvedimento. C'e' inoltre il dissenso delle Regioni rispetto al tetto stabilito dal ministero di sette miliardi di euro di incentivi all'anno, che impone un vincolo insormontabile anche per gli anni futuri senza tenere conto delle disponibilita' finanziarie possibili e dei potenziali investitori nel settore.

A fronte di queste scelte del Governo nazionale, le Regioni dovranno comunque impegnarsi a raggiungere il 20 per cento di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2020.
 

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