PERUGIA - ''L'individuazione di aree e siti non idonei alla installazione di impianti di fonti energetiche rinnovabili spetta alle Regioni e Province autonome''. Proprio in questi giorni la Regione Umbria sta predisponendo le linee di indirizzo per procedere all'individuazione dei siti non idonei, e a tale proposito la Provincia di Perugia, Area ambiente e territorio ha elaborato un documento contenente le osservazioni sull'argomento da inviare all'amministrazione regionale. Osservazioni che sono state illustrate in prima Commissione consiliare permanente, presieduta da Massimiliano Capitani, dall'assessore all'Urbanistica Carlo Antonini.

Per la Provincia - e' detto in un suo comunicato - ''l'individuazione delle aree e siti non idonei non mira a rallentare la realizzazione di impianti, ma ad offrire agli operatori un quadro certo; l'individuazione di queste aree deve essere basata esclusivamente su criteri tecnici oggettivi, che nel rispetto delle norme esistenti, siano legati ad aspetti di tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale, compatibili alla caratteristica ambientale del sito''.

''Tali scelte - sostiene ancora l'ente - dovranno tenere conto inoltre delle caratteristiche tecniche e tipologiche degli impianti non considerando alla stessa stregua, applicando ad esempio gli stessi vincoli autorizzativi, ad ogni tipo di impianto per la produzione di energia idroelettrica; le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici non possono essere genericamente considerate aree e siti non idonei, come d'altro canto non puo' essere considerata utilizzabile la superficie dei parchi regionali riferendosi unicamente alle porzioni di territorio di questi classificate C e D''.

L'assessore Antonini ha voluto sottolineare come ''rispetto al tema delle energie rinnovabili abbiamo ritenuto di sottoporre alla Commissione il rischio che sotto la spinta di interessi diversificati, ancorche' legittimi, si possano determinare danni alla identita' dell'Umbria da un punto di vista urbanistico e paesaggistico''.

''Gli obiettivi di Kyoto vanno perseguiti e raggiunti - ha aggiunto - ma attraverso una programmazione attenta che non sia in contrasto con una delle linee fondamentali dello sviluppo della nostra regione che si basa sull'incremento turistico, tutela e salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici, oltre che sulla produzione agricola di elevato pregio''.
 

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