PERUGIA - “E' l'ennesima scelta di un governo specializzato nel penalizzare le idee innovative e nel gettare fumo negli occhi ai tanti cittadini che attendono la ripresa economica e ricevono in cambio solo interventi a favore delle grandi lobby”. Oliviero Dottorini, capogruppo regionale Idv, commenta con queste parole le indiscrezioni che darebbero per imminente la decisione definitiva per la trasformazione in autostrada delle E45.

“Tutti sanno – aggiunge Dottorini - che in Italia quando non si sa più che pesci pigliare, si mette in cantiere una grande opera. E’ il caso della E45 autostrada, chimera che ormai da decenni riempie le cronache della nostra regione, ma che al massimo servirà a sperperare qualche bel miliardo di euro. Le già gravi condizioni in cui versa questa importante arteria stradale rischiano di peggiorare ancora, qualora si insistesse sulla via della trasformazione in autostrada a pedaggio. Occorre invece agire subito per predisporre un piano per la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria di una strada che è volutamente lasciata nel degrado più assoluto. Per questo desta sconcerto la scelta di un governo che giunge a concepire di gettare al vento miliardi di euro per un progetto di trasformazione in autostrada chiaramente insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, particolarmente inutile e dannoso per una regione come l'Umbria. Miliardi che potrebbero essere investiti per un piano di manutenzione e messa in sicurezza secondo gli standard europei o per un grande piano di adeguamento della viabilità e di recupero delle periferie delle nostre città, in grado anche opdi dare impulso all'economia regionale. Credo sia legittimo, dopo anni di promesse e finte rassicurazioni, sentirsi presi in giro da un governo che continua a promettere autostrade e lascia sul campo solo le macerie di un’arteria che fa vergogna”.

“E’ bene ricordare – spiega Dottorini - che nei progetti originari Anas prevedeva costi di realizzazione pari a 12 miliardi di euro per un cantiere che avrebbe dovuto rimanere aperto oltre venti anni e per vedere raddoppiato il traffico di mezzi pesanti nella nostra regione. Una scelta miope, senza effetti sull’economia regionale, se non penalizzanti, soprattutto per le piccole e medie aziende e per l’imprenditoria innovativa. Chi crede nella green economy o sulla necessità di riconversione della nostra economia dovrà aspettare ancora, magari fino all’avvento di un nuovo governo che sappia dotarsi di una visione aperta e innovativa dello sviluppo”.

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