PERUGIA - Le Associazioni Umbre dei consumatori aderenti al consorzio CESAC (ACU, ADOC, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori e Unione Nazionale Consumatori), sollevano dubbi di legittimità sull’aumento del 30% recentemente imposto da Umbria Mobilità al prezzo dei biglietti e degli abbonamenti.

 

Infatti questo rialzo dei prezzi è avvenuto senza aver effettuato alcun confronto con i rappresentanti degli utenti, come invece prevede il comma 461 dell’art. 2 della L. 244/07, che impone alle Amministrazioni Pubbliche e alle Aziende che gestiscono i servizi pubblici locali la consultazione preventiva delle associazioni dei consumatori. In questo senso abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di verificare la possibilità di adire vie legali per tutelare i legittimi interessi degli utenti.

 

Ma al di là degli aspetti giuridici, che pure hanno la loro grande valenza, rimane da parte delle associazioni unconvinto giudizio negativo sulla gestione del Trasporto Pubblico Locale nella nostra Regione, che si può sintetizzare nel modo seguente: ai cittadini si chiedono sacrifici, ma non si concede loro la benché minima opportunità di partecipare e controllare come viene gestito il servizio.

 

“Quando parliamo di sacrifici – si afferma in una nota - non ci riferiamo soltanto a questi aumenti di prezzi, ma anche all’eliminazione delle corse con pochi viaggiatori avvenuta all’inizio dell’estate e poi ancora recentemente, con un’ulteriore riduzione del 3% dei km percorsi. Questo significa che lo studente o il lavoratore pendolare che ha la sfortuna di vivere in zone scarsamente abitate, quindi con pochi utenti o che fa turni di lavoro in orari particolari non potrà più usufruire del mezzo pubblico per andare a scuola, all’università, in fabbrica o in ufficio”

.

“Nel mese di luglio – prosegue la nota – ci è stata presentata la Carta dei Servizi, nella quale non era menzionata l’intenzione di aumentare i prezzi e neppure quella di ridurre le corse. In quella occasione abbiamo avanzato una serie di proposte e di contestazioni, che non sono state prese in considerazione e non ci è stato concesso neppure l’incontro che avevamo richiesto per fare degli approfondimenti.

 

Tra l’altro abbiamo contestato i risultati del cosiddetto monitoraggio del servizio, che davano un gradimento degli utenti superiore al 90%: Sarebbe interessante fare oggi una verifica tra i genitori che stanno per fare ai figli gli abbonamenti del pullman o del treno per l’imminente inizio dell’anno scolastico e sono costretti a pagare in una unica soluzione tutti gli aumenti, visto che fino a 400 euro non è possibile la rateizzazione”.

 

“Da mesi – osservano ancora le associazioni - Umbria Mobilità tiene banco sui giornali con le sue difficoltà di bilancio, per lo più maturate fuori regione, a quanto si legge, in tutto questo tempo non è mai stato ricercato il confronto con i consumatori, eppure nella nuova legge regionale sul T.P.L è prevista una commissione partecipativa, ma non è stata ancora istituita!!.

 

Probabilmente già sapevano che le scriventi Associazioni avrebbero preteso di verificare se è poi vero che solo gli utenti debbono pagare o se invece è possibile effettuare risparmi, magari riducendo i costi indiretti, come per esempio gli stipendi del management, che per legge dovrebbero essere pubblicati sul sito e che invece sono irreperibili”.

 

“Nel momento in cui si chiedono ai tanti umbri cittadini e utenti del trasporto pubblico locale grandi sacrifici – è la conclusione -, sarebbe logico e giusto che la Regione e Umbria Mobilità promuovessero un’operazione trasparenza, mettendo a disposizione dei rappresentanti dei consumatori i bilanci, perché l’aumento dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti deve essere l’ultima spiaggia, prima vanno esplorate tutte le altre possibilità”.

Condividi