“Fare chiarezza sulla selezione pubblica indetta dalla società in house regionale ‘Umbria Digitale’  finalizzata all’assunzione, a tempo pieno e indeterminato, di due posizioni nel profilo di ‘multichannel content specialist’ che si è svolta, per soli titoli e colloquio, a ridosso delle feste natalizie”. E’ quanto chiedono i gruppi consiliari regionali di PD e Movimento 5 Stelle, annunciando un atto ispettivo “teso a verificare le procedure di pubblicizzazione del bando, i criteri di valutazione dei titoli e le modalità di espletamento delle prove”.

“Avendo riscontrato diverse anomalie procedurali tali per cui la selezione potrebbe arrivare ad essere inficiata a seguito di gravi elementi di irregolarità - sottolineano i consiglieri di minoranza - abbiamo  proceduto a depositare un’interrogazione alla Giunta regionale e una richiesta di accesso atti al fine di verificare puntualmente gli atti compiuti. In particolare, appare evidente un deficit di pubblicizzazione dell’avviso in questione, dato che, a fronte di una selezione aperta, prima ai soli laureati in alcune discipline specifiche e poi, con un atto approvato in seconda battuta, anche ai diplomati, hanno partecipato solo nove candidati, di cui la metà già assunti a tempo determinato presso lo stesso ente, che ricordiamo, è in via di trasformazione”.

“Prendiamo atto con un certo stupore - aggiungono - che sulla base della valutazione dei titoli e della prova orale, svoltasi in presenza il 29 dicembre scorso, presso i locali di Confartigianato, la graduatoria finale è risultata essere composta di cinque candidati ovvero tre dipendenti dell’ente, di cui uno, assunto tre mesi prima e ammesso con riserva ma già noto alle cronache per l’impegno politico -professionale profuso in questi anni al fianco del Sindaco di Perugia Andrea Romizi, oltre a quella del Capo segreteria dell’assessore Regionale allo sviluppo economico, innovazione e digitale, Michele Fioroni. A tal proposito riteniamo che si debba chiarire come lo stesso, pur avendo conseguito il solo diploma di scuola superiore abbia potuto scalzare altri candidati ben più titolati, ma, soprattutto, come abbia potuto partecipare alla prova orale prevista il 29 dicembre scorso, quando il 28 dicembre lui stesso comunicava tramite i social di essere positivo al Covid. Ricordiamo per altro - proseguono Pd e M5S - che il regolamento del concorso prevedeva esplicitamente come ‘l’orario di inizio del check-in dei convocati è fissato dalle ore 9 e i candidati che non si presenteranno a sostenere la prova di selezione nel giorno indicato e nell’ora e nella sede prestabilita (muniti di green pass) saranno considerati rinunciatari al concorso, quali che siano le cause dell’assenza anche indipendenti dalla loro volontà’. Verificato ciò è del tutto evidente che non sussisteva neppure alcuna possibilità di effettuare colloqui online”.

“Sempre a tale proposito - ricordano -  in ottemperanza alla normativa vigente, il bando prevedeva anche una condizione ostativa rispetto all’assunzione dei dipendenti pubblici che, negli ultimi tre anni di servizio, avessero avuto poteri autoritativi e negoziali per conto di amministrazioni pubbliche nei confronti di Umbria Digitale tanto che, agli stessi, è stata espressamente richiesta una dichiarazione di insussistenza ‘Anti-pantouflage’. Considerando che l’interessato risulta ancora essere il principale collaboratore dell’assessore regionale delegato a seguire le attività del Consorzio Umbria Digitale Scarl siamo di fronte, nel caso meno grave, ad una macroscopica inopportunità politica, se non, addirittura, ad una possibile violazione di legge in materia di conflitti d’interesse. Quanto è accaduto è un fatto grave - concludono i consiglieri di opposizione - che sembra ricalcare quanto già successo in occasione del concorso indetto da Umbria Salute per l’assunzione degli operatori dei Cup, dove il regolamento è stato modificato più volte in corso d’opera  destando altrettanti dubbi di legittimità”.

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