CON LE DOVUTE RISERVE
UNA BUONA NOTIZIA DAGLI USA
LA GIUSTIZIA VINCE A MINNEAPOLIS
di Lucio Manisco
C'è una buona notizia dagli Stati Uniti. E' giusto riconoscerlo perchè a Minneapolis ha trionfato la giustizia su un crimine atroce perpretato dalla polizia. Si è concluso con una severa sentenza il processo del poliziotto bianco Derek Chauvin reo di aver assassinato il 25 maggio dello scorso anno soffocandolo lentamente per 9 minuti e 29 secondi con un ginocchio sul collo l'afroamericano George Floyd, dopo averlo arrestato, ammanettato e gettato a terra per aver comprato delle sigarette con una banconota falsa di 20 dollari. La sensazionalità del caso era dovuta alla ripresa filmata con un cellulare, dalla voce del morente che chiedeva pietà e ripeteva
"I cannot breathe", "Non posso respirare" e dalla totale indifferenza di altri 5 poliziotti, tre dei quali verranno processati tra quattro mesi. Colpevole di omicidio di secondo, terzo grado e omicidio colposo che prevedono condanne fino a 40 anni di detenzione. (Il New York Times ha già anticipato una drastica riduzione della sentenza che verrà decisa a giorni dal magistrato). Ha vinto la giustizia! Lo hanno detto tutti a partire dal Presidente Biden e in termini più duri dalla vicepresidentessa Harris. Ed è vero, verissimo, se si ignora naturalmente che ne due settimane del processo sette afroamericani di cui tre minorenni e disarmati sono stati ammazzati dalla polizia in tre Stati dell'Unione e che negli ultimi venti anni centinaia e centinaia di cittadini dalla pelle scura hanno fatto la stessa fine con una sola condanna a sei mesi di un agente dell'ordine. Anche se la frase è stata pronunziata anche dal fratello di Floyd,
"ora posssiamo respirare" è stato lo slogan dei neo-liberals USA, uno slogan che distorce esaltandone l'importanza, di un evento significativo, ma unico, forse atto ad aprire la strada in un futuro ancora lontano ad un controllo della violenza della polizia, al razzismo palese che pervade i bianchi d'America, allo "eccezionalismo" della nazione ( Barack Obama) la cui potenza militare si articola su 800 basi militari in 70 paesi nel mondo.
Qui non si pretende che i corrispondenti della RAI e di altri massmedia nella repubblica stellata parlino in questi termini di un eccellente caso di giustizia giusta a Minneapolis o di una polizia razzista e feroce che ha sbattuto il grugno contro una giuria e un magistrato integerrimi o della mobilitazione dei " Black Lives Matter – Le vite dei neri contano! Ma è anche penoso constatare come dopo la sconfitta di Donald Trump si astengono dal citare quotidiani "sovversivi" come il Washington Post e il New York Times e inquadrati e coperti marciano a passo romano di parata nelle falangi di Biden.
 

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