TERNI - La donazione del sangue in Umbria va bene e ogni anno nuovi donatori si aggiungono alle fila dei vecchi; ma il fabbisogno resta alto, e l’'autosufficienza del sangue si sposta di continuo in avanti, come un ‘bersaglio mobile’. Un bacino enorme di potenziali donatori, perlopiù giovani, può venire dai nuovi residenti umbri: gli immigrati, che, stando ai più recenti dati ISTAT, si attestano sull’'11 per cento della popolazione regionale.

Con queste premesse AVIS Umbria e Avis Comunale di Terni promuovono la presentazione del libro “Antropologia della donazione – Pratiche e culture del dono di sangue”, in programma venerdì prossimo (14 ottobre, ndr) alle 16.00 presso la Sala Conferenze dell’'Ospedale S. Maria di Terni. Autrice del libro l’'antropologa Annamaria Fantauzzi, docente a Torino e ricercatrice a Parigi, nonché referente nazionale dell’'Osservatorio Interculturale di AVIS nazionale.

Dal testo dell’'antropologa, partito da un'’indagine condotta a Torino dall’'AVIS su gruppi di donatori italiani e marocchini a confronto, parte una serie di spunti sul carattere culturale e sociale della donazione. Il donatore di sangue è spinto da motivazioni diverse, subisce condizionamenti diversi (politici, religiosi, familiari, sociali). Insieme all’'autrice, amministratori, referenti AVIS e medici si interrogheranno sulle strategie per coinvolgere la larga fetta dei potenziali donatori immigrati.

Ma perché AVIS punta oggi, in particolare, sul target degli immigrati come futuri potenziali donatori? “I motivi sono molteplici e il primo è di natura pratica” spiega Giovanni Magara, presidente AVIS Umbria, che oggi conta oltre 30mila soci, con 41mila donazioni effettuate nel 2010. “Di quell’'11 per cento di immigrati di varie nazionalità in Umbria, la grande maggioranza è giovane, e quindi in età idonea e con una potenziale lunga carriera di donatore davanti”. Questo a differenza della popolazione umbra, che è la seconda, in Italia, per anzianità. “L'’altro motivo è di valenza sociale. Si parla tanto di integrazione” continua Giovanni Magara “ma oggi, con le emergenze in corso, tutti i giorni abbiamo davanti agli occhi tentativi di far apparire l’'altro come straniero, ‘non gradito’. L’'Umbria è sempre stata un modello di accoglienza: se gli immigrati cominciassero a donare sangue, e capissero che gli stessi italiani donano sangue (anche) per loro, sarebbe un gesto collettivo di solidarietà, reciprocità, e un passo in più verso l'’integrazione. Non dimentichiamoci che i colori della pelle sono tanti, ma il sangue, e noi lo ribadiamo sempre, è di colore unico”.

Donare il sangue quindi come gesto trasversale e unificante: già alcune comunità di immigrati stanno mostrando una certa propensione al dono. Gli albanesi, ad esempio, non solo pare siano molto disponibili, ma non appena tornano nel Paese d’'origine fondano a loro volta associazioni di volontariato per donare sangue, realtà che lì fino ad oggi non esistevano. “Superando, ove possibile, gli ostacoli dati dalla religione, da certi condizionamenti politici e altro, davvero potremmo raggiungere un bacino enorme di donatori fidelizzati, motivati, molti dei quali giovani e giovanissimi” è l’'appello di Magara.

Alla presentazione del libro “Antropologia della donazione”, oltre all’'autrice Annamaria Fantauzzi e al Presidente AVIS Giovanni Magara, saranno presenti il Sindaco Leopoldo di Girolamo, l'’Assessore regionale alla Sanità Franco Tomassoni, il Presidente Avis Comunale di Terni Alberto Belli, il Dirigente Medico del Servizio Immunotrasfusionale dell'’Ospedale di Terni Moreno Cassetti, il Direttore della Clinica Medica Generale e Terapia Medica dell'’Ospedale di Terni, Stefano Coaccioli, più Luciano Binaglia, Preside della Facoltà di Medicina dell’'ateneo perugino.

Moderatrice del convegno sarà Micaela Giovannetti, Direttore Sanitario dell’Avis Comunale di Terni.

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