Diventare messaggeri degli alberi: tutto è possibile a Città della domenica
Presentato il percorso di trecento metri tra i lecci per imparare ad ascoltare la natura - Grazie al Bosco parlante, la nuova attrazione del parco perugino dedicata alle famiglie
(AVInews) – Perugia, 17 lug. – Imparare ad ascoltare la natura e diventare così ‘messaggeri degli alberi’ superando piccole prove di abilità e destrezza. È dedicata ai più piccoli ma promette di far divertire tutta la famiglia la nuova attrazione di Città della Domenica, il ‘Bosco parlante’, presentata a Perugia nella sede del parco mercoledì 17 luglio.
Cinque mesi di lavoro, tra progettazione e realizzazione, ed ecco che ne è nato un percorso di 300 metri, all’ombra dei lecci, della durata di circa 40 minuti in cui il visitatore si immerge in un’atmosfera da fiaba: nove alberi narrano le loro storie, attraverso altoparlanti perfettamente integrati tra le fronde, che invitano all’interazione.
“Storie educative – ha spiegato Alessandro Guidi, direttore di Città della Domenica –, giochi, prove da superare. L’attrazione è stata realizzata grazie alla collaborazione con artisti importanti come Kiril Cholakov, che ha creato le sculture, e Claudio Cavalli, regista che si è occupato anche delle voci e dei testi. È un progetto che racchiude in sé lo spirito del parco, ovvero far tornare i bambini e i genitori a contatto con la natura”. Alla presentazione ha partecipato, accanto a Guidi, Cholakov e Cavalli, anche Gianluca Tuteri, vicesindaco con delega alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Perugia.
“Se penso ad altri parchi che ho frequentato accompagnando i miei figli – ha detto Tuteri – non mi ricordo della presenza di tanti alberi e tanto verde. Mi ricordo di luoghi aridi e di giochi in cui in realtà i bambini diventano oggetto e non soggetto del gioco perché vengono messi all’interno di un ‘guscio’ o magari legati a una poltroncina. Il gioco inizia e finisce senza che loro siano parte attiva, qui invece c’è la partecipazione”.
Livia, Nicholas, Francesco, Antonio, Stefano, Paride: sono loro ad aver dato la voce agli alberi. “Hanno seguito corsi di doppiaggio, si sono impegnati tantissimo – ha dichiarato Cavalli – perché bisognava dare autenticità al racconto. Il bambino non solo ascolta e apprende nozioni sul bosco ma è invitato a superare prove e a farsi portatore dei messaggi che gli danno gli alberi”.
"È stato come comporre un puzzle – ha raccontato Cholakov –. Ognuno ha fatto la sua parte: i narratori, l’ideatore dei giochi Pierangelo Loreti, gli elettricisti. Pensate che ci sono 400 metri solo di cavi elettrici. Tutto è stato curato nei dettagli e facendo attenzione a non alterare alcun elemento della natura”.
“L’idea del Bosco parlante probabilmente è nata a causa di episodi vissuti nella mia infanzia – ha continuato Cholakov –, perché vedevo il mio bisnonno parlare con gli alberi. Se non davano abbastanza frutti lui gli andava vicino, li percuoteva e li ‘incitava’ a produrre di più per l’anno successivo. Con questo progetto volevo far capire ai bambini che il bosco è vivo e che con il bosco si può parlare. Non sono più abituati a ‘sentire’ la natura perché sono troppo assuefatti alla tecnologia”.
Rossana Furfaro
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