PERUGIA - Clamoroso boomerang da parte del Comune di Città di Castello, che ad oggi ha sempre avuto una politica “non interventista”  sulla spinosa questione, l’Istituto Superiore di Sanità interpellato dal Ministero della Salute, chiamato in causa proprio dal Comune, risponde fornendo sulla vicenda solo un parere squisitamente tecnico scientifico.

Senza mezzi termini e in maniera lapidaria afferma che: La ditta Color Glass S.P.A. rientra tra le Ditte insalubri di prima classe!

Ma la Dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità Dott.ssa Eugenia Dogliotti si rammarica perché  la documentazione inviata è incompleta, priva degli allegati indicati e quella pervenuta non è aggiornata  e/o mancante di parti essenziali, per poter fornire una corretta (e seria) valutazione, al fine di emettere, se necessario, prescrizioni e cautele.

La produzione di biossido di titanio, rientrando  tra le Industrie Insalubri, può essere permessa nell’abitato solo se, dopo aver fatto i dovuti accertamenti alle emissioni inquinanti in atmosfera, queste risultino poi accettabili e non arrechino la compromissione della salute della popolazione.

La Dott.ssa Dogliotti, insiste su un punto (probabile argomento di diffida e/o ricorso al TAR per la sospensiva/revoca dell’autorizzazione alla produzione), ovvero: “…la possibilità di autorizzare tale industria insalubre nei centri abitati, sarà possibile, quante volte l’industriale che l’esercita, provi che, il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato….”

Un concetto chiaro quanto rivoluzionario, non è la popolazione che si deve “difendere” o provare che un opificio inquina, danneggia l’ambiente, compromette la salute o rechi molestia, MA E’ L’INDUSTRIALE DI TURNO CHE DEVE PROVARE QUANTO SOPRA, AL FINE DI OTTENERE L’AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELL’OPIFICIO SITUATO ALL’INTERNO DEL CENTRO ABITATO.

Alcuni passaggi ulteriori dell’Istituto Superiore di Sanità, così riassunti, sono illuminanti e chiarificatori di una vicenda che a tutti appare molto chiara, ad esclusione sia degli ex, come degli attuali, Amministratori di Città di Castello: nel controllo delle emissioni inquinanti in atmosfera della Ditta Color Glass SPA, devono essere previste la misure delle concentrazioni di polveri anche di tipo PM 10 e PM 2,5 oltre all’eventuale presenza di biossido di Titanio;

è praticamente assente una valutazione sulla qualità dell’aria, mentre è presente (!!!) uno studio di maggior dettaglio sull’impatto acustico;
la documentazione presentata dal gestore non mostra un adeguato approfondimento sugli impatti ambientali delle emissioni, solo attraverso i quali, è possibile verificare l’eventuale relazione con i rischi per la salute delle popolazioni esposte;
la scheda di sicurezza allegata risale al 2012 e non è attualizzata né adeguata/aggiornata;
una norma speciale di cautela, viene dal R.A.C. (Comitato di Valutazione Rischi), che inquadra come sospetto cancerogeno di Cat. 2 -per via inalatoria- materiale pulverulento contenente biossido di titanio, con diametro inferiore a 10 nanometri.
Proprio per l’assenza di questi parametri e dati di valutazione, detta tematica deve essere approfondita e meglio descritta, al fine di verificare l’idoneità dell’impianto rispetto alla tutela della salute.

Il presidente del WWF di Perugia Sauro Presenzini, affida queste valutazioni  alla battagliera Avv. Valeria Passeri, al fine di mettere in mora la Pubblica Amministrazione inadempiente, valutando fin da ora la possibilità di un ricorso urgente al TAR con richiesta di sospensiva dell’attività che, in carenza di tutta la documentazione, prove, analisi, campionamento e studi, oggi “bollati e censurati” dall’I.S.S. come inadeguati, mancanti, incompleti, non consentirebbero la prosecuzione di detta contestata attività, anteponendo il diritto costituzionalmente garantito della salute, rispetto al profitto privato, ancorché legittimo.

Sauro Presenzini

Presidente WWF Perugia

Condividi