PERUGIA - “Dalla realizzazione della discarica (di Valle) ad oggi non si sono registrate contaminazioni, essendoci un sistema di impermeabilizzazione’ ". E inoltre: " ‘L’attività produttiva di Ast e il conferimento delle scorie non è stata mai collegata alla contaminazione registrata’ ". Queste e altre sciocchezze non arrivano da un privato, ma sono state pronunciate in Aula da un assessore regionale appena due giorni fa (question time del 27 novembre 2018 https://goo.gl/mt4wiQ(link is external) ), un politico con ogni evidenza colpevolmente disinformato di quanto accade nelle aree interessate, a due passi dalla Cascata delle Marmore”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, in una nota congiunta con il senatore Stefano Lucidi, secondo i quali “è dunque giunto il momento di trasmettere alla stampa e divulgare alla pubblica opinione, nonché a svariati eletti, a sindacalisti e a suppostamente ignari pezzi dello Stato, uno dei tanti documenti ufficiali che attestano il contrario e di cui il M5S è in possesso”.

“Iniziamo dalla contaminazione per cromo esavalente e altri metalli pesanti - rimarca Liberati - sia della galleria stradale 'Tescino' che di alcuni pozzi piezometrici, così come indicato nella CTU del Tribunale di Terni del 2014, redatta nell'ambito del noto procedimento 14/694 GIP e 14/264 R.G.N.R. Il giudice per le indagini preliminari era il dottor Maurizio Santoloci, prematuramente scomparso”.

“Ebbene – continua Liberati -, nelle conclusioni, i periti del Tribunale, dr. Ivo Pavan e dr. Mauro Sanna ( https://goo.gl/zDhqTw(link is external) ), ricordavano come ‘(…) le discariche di rifiuti industriali (scorie e fanghi di acciaieria) sono l'unica fonte rilevante di Cr VI di origine antropica presente nell'area della galleria’ (pag. 90). E ancora: ‘(…) la variabilità della concentrazione del Cr VI nelle acque di infiltrazione della galleria e nei pozzi piezometrici di controllo della falda superficiale può trovare la sua spiegazione solo nella diversità delle scorie di acciaieria che vengono prodotte nello stabilimento di Terni e portate nella discarica di Valle’ (pag. 91). Se non bastasse, i periti proseguono: ‘Le cause delle recenti infiltrazioni riscontrate in galleria si ritengono addebitabili non a perdite delle condotte del percolato, poiché, in questo caso, la presenza di Cr VI sarebbe riscontrata costantemente nelle acque di infiltrazione di galleria, ma più probabilmente sono determinate da possibili o parziali cedimenti del sistema di impermeabilizzazione della discarica. D'altra parte la stessa posizione della galleria non può che far pensare ad un ‘plume’ di inquinamento che si propaga dalla discarica verso la galleria, secondo lo schema estremamente chiaro riportato da ARPA Umbria nella sua relazione’ (pag. 92). E concludevano: ‘Si ritiene con ragionevole certezza che la contaminazione riscontrata nelle acque di infiltrazione nella galleria Tescino sia riconducibile unicamente alla discarica della Thyssen Krupp definita Zona A attiva’ (pag. 93)”.

Per Liberati, “quello del Tribunale è un documento incontrovertibile. E ce ne sono altri all'incirca univoci e di identico valore. Cosa sarebbe stato fatto in questi anni da Istituzioni e sindacati per fermare un simile scempio contro la salute e l'ambiente, oltre a tacere ignominiosamente sull'abbancamento di rifiuti industriali, costante e continuato nel tempo, come nulla fosse? Perché – conclude - ancora questi assordanti silenzi, questa inerzia, questa impunità?”. 

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