“Quest'estate ho lavorato una settimana come cameriere. Mi hanno pagato e mi hanno trattato bene, tutto regolare insomma”.

“Ma ti hanno fatto un contratto?”.

“No, mi pagavano e basta”.

“Quindi lavoravi in nero?”. 

“Sì, però mi hanno trattato bene”. 

Questa è una delle testimonianze emerse oggi a Perugia, nel corso dell’assemblea organizzata dalla Camera del Lavoro provinciale con le ragazze e i ragazzi dell’Ipsia "Cavour Marconi Pascal” di Piscille, in occasione della chiusura della campagna di raccolta firme per la Carta Universale dei diritti del Lavoro.

Una testimonianza (ma ce ne sono state altre molto simili) che dimostra candidamente come la regolarità del lavoro e il rispetto dei diritti siano oggi purtroppo, e molto spesso, considerati come un lusso, un extra di cui si può certamente fare a meno pur di trovare un lavoro.

Ed ecco che voucher, lavoro a chiamata, lavoro interinale e, perché no, anche il lavoro nero, diventano tutto sommato accettabili visto che: “O ti sta bene, oppure ne trovo altri 100 più disponibili”.

“Sconfiggere la rassegnazione, soprattutto delle giovani generazioni, e offrire uno strumento che possa estendere i diritti a chi oggi non ne ha è l’obiettivo che la Cgil si è posta lanciando la Carta dei diritti universali del Lavoro”, hanno spiegato Vanda Scarpelli, segretaria della Cgil di Perugia, che ha coordinato l’assemblea, e Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia che ha presentato il sindacato e la sua proposta a ragazze e ragazzi, sottolineando come sia “responsabilità della nostra generazione garantire a voi quei diritti che i nostri genitori hanno garantito a noi".

Diritti contenuti nello Statuto dei lavoratori del 1970, la cui storia, in pillole, è stata presentata ai ragazzi dal professor Renato Covino dell’Università di Perugia. "Ma molti di quei diritti oggi - ha detto Covino - sono stati lentamente cancellati ed ecco perché la proposta di riscrivere un nuovo Statuto per estendere universalmente i diritti fondamentali è di grande importanza”. 

“Il messaggio che vogliamo lanciare oggi a voi ragazze e ragazzi è quello di non rassegnarvi, di non chinare mai la testa di fronte alle ingiustizie e allo sfruttamento - ha detto nel suo intervento all’assemblea Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil - I vostri diritti dovete esigerli, sempre, come dovete difendere la vostra dignità. Con la convinzione - ha concluso la segretaria - che, se ci si mette insieme, è possibile sconfiggere la rassegnazione e cambiare davvero le cose”. 

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