PERUGIA - Il 25 settembre migliaia di bandiere arcobaleno sfileranno in un lungo serpentone che da Perugia scivolerà lentamente fino ad Assisi, per chiedere Pace e dire ancora una volta per tutte No alla Guerra. Quest'anno sarà la cinquantesima edizione della lunga passeggiata che vide gli albori nel lontano 1961.

A ricordare l'evento e a far sentire ancora una volta le proprie idee in merito di Pace oggi, nella Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni di Perugia, si è riunita l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) con un dibattito sulla salvaguardia della Costituzione e sulle missioni cosiddette di pace alle quali sta partecipando da tempo il nostro Paese.

A presiedere la tavola rotonda il presidente provinciale dell'ANPI l'avv. Francesco Innamorati che ha ricordato come l'associazione stessa aderisca alla tavola della pace e come gli occhi dell'associazione siano puntati sulle missioni di pace italiane sostenendo che: "Siamo dubbiosi che i bombardamenti delle forze Nato in Libia non vadano contro all'art.11 della Costituzione (che cita: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali). "Non esiste una guerra giusta o sbagliata, ha continuato l'avv. Innamorati, ma a quanto pare le forze nato sono molto interessate ai giacimenti petroliferi in Libia, così facendo stanno confermando di partecipare ad una vera a propria guerra coloniale per l'estrazione del petrolio".

Presente al dibattito anche il Coordinatore Nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti che ha tenuto a sottolineare la preoccupazione per le violenze e le stragi civili che continuano ad essere inferte alla popolazione che si trova ad essere tra due fuochi, la Nato che bombarda da un lato e Gheddafi stesso dall'altro.

Per quanto complessa sia la situazione, la diplomazia internazionale dovrebbe agire senza esitazioni per un  immediato cessate il fuoco, in primis per fermare l’escalation della violenza che fin'ora ha portato a costi umani elevatissimi.

Armando Allegretti

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