Diossina e rifiuti/ Rifondazione Comunista Terni colpisce duro
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Mentre a Terni si consuma l’ennesimo trauma ambientale legato alle uova contaminate da diossina, con una amministrazione più attenta a minimizzare piuttosto che a indagare sulla reale entità del fenomeno, la Giunta Regionale intanto preadotta l’adeguamento del Piano di Gestione dei Rifiuti presentato dall’Ass.Rometti, che prevede la produzione di C.S.S.
Un accelerazione che segue l’emanazione da parte del governo del decreto “Sblocca Italia”; un decreto così ricco di concessioni da superare anche i più floridi sogni di chi si arricchisce sulla speculazione ambientale.
Grandi opere di asfalto e cemento inutili e dannose per la popolazione, si accompagnano a nuove trivellazioni alla ricerca di un oro nero che da sempre non è stato una ricchezza del nostro paese.
Ma la vera ciliegina sulla torta sta sul versante rifiuti: libera circolazione da una regione all’altra, dimezzamento dei tempi autorizzativi per i nuovi impianti di incenerimento e soprattutto elevazione di quest’ultimi a opere strategiche di interesse nazionale.
In poche parole i rifiuti del sud, dove ancora stenta la raccolta differenziata, serviranno ad alimentare le fornaci del centro nord,sfiancate dalla riduzione dei rifiuti prodotti e dalla crescita della raccolta differenziata.
Le regioni svuotate del loro ruolo non potranno opporvisi e se la popolazione proverà a contestare si passerà alla militarizzazione dei cantieri come accaduto in Val di Susa. Dunque ampliamento di restrizioni e divieti verso manifestazioni di dissenso e se necessario impiego dell’esercito contro “i soliti facinorosi”.
Una bella democrazia se si considera che negli ultimi anni il sorgere come funghi di tali impianti nella nostra regione, ha affiancato alle tristemente già note vicende ambientali di Terni, nomi nuovi di comunità passate alla ribalta non di certo perprodotti tipici locali.
Le proteste delle popolazioni colpite e una maggiore sensibilità diffusa sono riuscite fino ad oggi a rallentare i lavori, ma ancora una volta non vengono tenute in considerazione da chi dovrebbe fare degli interessi dei cittadini il suo primo compito.
Ultima in ordine cronologico la vicenda di Vascigliano che dopo aver vissuto il dramma del rogo della Ecorecuperi, di cui ancora non si conoscono le reali conseguenze, vive il rischio di poter vedere sorgere sul proprio territorio due impianti diincenerimento, che potrebbero addirittura aumentare fino ad un massimo di cinque, grazie ad un regolamento regionale che facilita la nascita di strutture di piccola taglia e che non pone vincoli sull’acquisizione di materia prima entro un certo chilometraggio.
I cittadini stronconesi sono insorti affiancandosi alla lotta degli altri comitati, che da tempo denunciano la pura strategia speculativa di tali impianti, che oltre al danno ambientale producono la beffa di non portare alcun vantaggio economico se non per chi fa parte della grande lobby dei rifiuti.
L’Ass.Rometti, sempre più paladino di tali interessi, presenta un piano che prevede la produzione di C.S.S. sia nel territorio ternano che perugino, ma con il vincolo che la vendita sia effettuata fuori regione.
Difficile credere a tali parole, quando basterebbe che un’azienda sita fuori regione acquistasse il prodotto finito, per poi rivenderlo tranquillamente a diretti interessati come ACEA , Barbetti,Colaiacovo, ecc..: la legge lo consentirebbe ed il CSS tornerebbe negli inceneritori e cementifici umbri.
Un tale piano non è accettabile e dimostra ancora una volta l’arroganza di un PD che dall’alto impone e dal basso esegue;silenziando le voci di dissenso e sventolando normative europee come il vessillo di un bravo studente, che sta eseguendo bene il compitino impartitogli.
Rifondazione Comunista si schiera contro tutto questo e ritiene che l’unica alternativa possibile sia quella di una chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto finalizzato al massimo recupero e riciclo e non certo alla produzione di C.S.S. Il PRC chiede quindi la piena applicazione della strategia “Rifiuti Zero”, ricordando alla giunta Di Girolamo e a quanti si sono spacciati come paladini dell’ambiente, che la Delibera del 18 Dicembre 2013 è rimasta fino ad ora lettera morta.
Si cerca di addolcire il piano promettendo una diminuzione delle tariffe, ma per produrre C.S.S. sono necessari rifiuti e ciò non concorda con l’estensione del porta a porta e con l’adozione di una tariffa puntuale, che in base al quantitativo prodotto porterebbe ad un notevole risparmio per le tasche dei cittadini.
La giunta regionale, come quella ternana e chiunque altro appoggi un tale piano, dovrà rispondere alla voce di una protesta che legamigliaia di cittadini e che chiede una soluzione diversa all’incenerimento, che già in passato è stato applicato e di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze.
E’ necessario impedire tutto questo costruendo la più ampia mobilitazione possibile in vista della manifestazione indetta da comitati e associazioni per l’11 ottobre alla quale aderiamo, con l’intento di promuovere qualsiasi azione che serva a rispedire al mittente, un piano degno di una sciagura ambientale.
PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA
Federazione di Terni
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