PERUGIA -“Il Sindaco Romizi è ufficiale di stato civile e deve applicare la legge nel rispetto dei principi fondamentali della comunità internazionale, del supremo interesse del minore, senza spazio per posizioni ideologiche di sorta, né per incapacità e inadeguatezza. Tanto più che il Sindaco Romizi per formazione e titolo professionale posseduto deve operare con diligenza qualificata nello svolgimento delle sue funzioni delegate, rimanendo comunque in suo capo l’onere della vigilanza e, se del caso, della sostituzione. Il diniego della trascrizione dell’atto di nascita del bambino di 6 mesi ‘confinato’ in Spagna è atto sbagliato sotto il profilo giuridico e altamente discriminatorio che impedisce al minore di esercitare i suoi diritti di cittadino italiano e di cittadinanza”.

Questa la dura posizione espressa dalla capogruppo del M5S a Palazzo dei Priosi, Rosetti, su una vicenda che tanto a fatto e farà ancora discutere, anche se c’è da rimarcarecome questa netta posizione di condanna avrebbe potuto essere più tempestiva e non resa nota sull’onda dei più recenti accadimenti che hanno visto contrapporsi ancora una volta il primo cittadino del capoluogo umbro e il circolo Omphalos, a seguito del ritiro del patrocinio da parte della municipalità al "Village Pride" che si è aperto proprio oggi ai Giardini del Frontone, vicenda rispetto alla quale l'esponente pentastellata non si pronuncia.

Infatti “Il mancato riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione, legalmente e pacificamente esistente in Spagna – spiega Rosetti -, finisce per determinare una ‘incertezza giuridica’, già stigmatizzata dalla Corte Europea dei Diritti Umani, ovvero una ‘situazione giuridica claudicante’ che influisce negativamente sulla definizione dell’identità personale del minore, in considerazione delle conseguenze pregiudizievoli concernenti la possibilità, non solo di acquisire la cittadinanza italiana e i diritti ereditari, ma anche di circolare liberamente nel territorio italiano e di essere rappresentato dal genitore nei rapporti con le istituzioni italiane, al pari degli altri bambini e anche di coloro che, nati all’estero, abbiano ottenuto il riconoscimento negato al piccolo istante. Peraltro, il diniego è arrivato molti mesi dopo la scadenza del termine di trenta giorni previsti per il procedimento”.

In sostanza, per la consigliera comunale pentastellata “Il diniego è fatto grave e ingiustificato, a fronte peraltro di un univoco orientamento della giurisprudenza, che al Sindaco era stato esplicitato a fronte dei pareri richiesti alla struttura e che comunque doveva essergli noto. Alla luce di quanto precede, non avendo alcun senso interrogare il Sindaco sulle motivazioni del diniego, il M5S onde intervenire con tempestività a tutela del minore, ha diffidato il Sindaco ad agire in autotutela, annullando il provvedimento di diniego e provvedendo prontamente alla trascrizione dell’atto di nascita”.

“Rimane ben inteso – conclude Rosetti - che se dovessero avanzarsi, come è diritto degli istanti, richieste risarcitorie, le conseguenze dannose per l’Ente non potranno che porsi a carico dello stesso Sindaco, quale ufficiale di stato civile per la responsabilità che allo stesso fa capo nel caso di specie, anche in termini di culpa in vigilando”.

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